Il 16 aprile del 2019 presentavo la mia prima interpellanza.
Inizia così l’amaro sfogo della capogruppo del m5s, Desirè Manca.
Segnalavo (o meglio lamentavo) che, a seguito dell’approvazione in via definitiva dei requisiti di accreditamento e dell’aggiornamento dei requisiti autorizzativi minimi strutturali, tecnologici ed organizzativi dei Punti Prelievo Esterni (PPE), la Regione aveva disposto la sospensione dell’attività di numerosi punti prelievo della Provincia di Sassari; sospensione dovuta, in particolare, alla mancanza del requisito organizzativo che prescrive la presenza del medico durante l’orario di esecuzione dei prelievi. Nel frattempo partiva il servizio sostitutivo con l’autoemoteca che, per quanto scomodo, perlomeno leniva il disagio dei cittadini di quei Paesi. Apprendiamo oggi, da fonti di stampa la risposta, anche se indiretta, alla mia interpellanza. Naturalmente non è la risposta che mi aspettavo, non è la risposta che si aspettavano i sindaci di quelle comunità e non è la risposta che si aspettavano i cittadini. Sospensione, da parte della Giunta regionale, anche del servizio sostitutivo con autoemoteche in 15 comuni del Nord Sardegna. Si riempiono la bocca con la lotta allo spopolamento e poi tagliano i pochi servizi pubblici rimasti. Non si rendono conto che, a causa delle condizioni di isolamento delle comunità locali sarde, i punti di prelievo esterni offrivano un servizio prezioso per le categorie più deboli, come disabili, pazienti affetti da gravi patologie o patologie croniche ed anziani. Non si rendono conto che larga parte delle persone servite dai punti di prelievo esterni devono sottoporsi frequentemente ai prelievi e la necessità di viaggiare, considerate le carenze croniche del sistema di trasporti pubblici, li costringe ad affrontare ulteriori disagi. La risposta può essere una sola: non si rendono conto!