Ma per capire meglio cosa si intende per risarcimento e danni provocati da errori medici abbiamo intervistato l’Avvocato Francesco Barucco, esperto in casi di malasanità.
In Italia si registrano sempre più casi di malasanità; qual è la prima cosa da fare se si presenta il caso?
La prima cosa da fare è contattare un esperto del settore. Agire prontamente è fondamentale, non solo per evitare eventuali termini di prescrizione, ma per poter impostare correttamente l’azione e, soprattutto, evitare eventuali manomissioni delle cartelle cliniche che, purtroppo, è un evento tutt’altro che raro.
Molto spesso le persone sono diffidenti perché credono di dover pagare prima di ottenere il risarcimento; è un falso mito che possiamo sfatare?
Esistono strutture specializzate che si assumono tutti i costi di queste procedure e che evitano agli assistiti di dover sborsare cifre esorbitanti solo a titolo di acconto e che non sono alla portata di tutti. Infatti, per poter affrontare correttamente un’azione di richiesta di risarcimento danni da responsabilità medica, è necessario il lavoro contemporaneo almeno di un avvocato, un medico legale e un medico specialista. A questi costi andranno aggiunti, nel caso in cui sia necessario adire in Tribunale, i costi per iscrivere la causa a ruolo nonché i compensi del collegio peritale nominato dal giudice. Come vede i costi sono molti e, in pratica, impediscono alla stragrande maggioranza della popolazione italiana di far valere i propri diritti in Tribunale. Solo grazie a strutture che si assumono il rischio della lite possiamo dire che la giustizia è alla portata di tutti. Altrimenti sarebbe riservata esclusivamente a chi può permetterselo e non mi sembra che la Costituzione Italiana dica questo.
Quali sono i primi passi da intraprendere in casi di errore medico?
Ripeto, contattare subito un esperto del settore e chiedere subito una copia delle cartelle cliniche in questione.
A chi tocca provare la colpa in un caso di risarcimento per errore medico, al medico stesso o alla struttura?
A seguito dell’entrata in vigore della c.d. Legge Gelli, si è creato una specie di doppio binario. Nel caso dei medici sono i danneggiati a dover provare la colpa del professionista, mentre nelle cause contro le strutture la colpa si presume e sono queste a dover provare di aver agito correttamente.
Quanto tempo passa prima di ottenere il giusto risarcimento?
La tempistica è estremamente variabile e dipende dalla possibilità di trovare una soluzione transattiva con la controparte o dalla necessità di intraprendere un giudizio. Purtroppo, oramai, trovandoci con la maggior parte delle strutture pubbliche e private sprovviste di copertura assicurativa o assicurate, ma con franchigie elevatissime, le transazioni sono cosa molto rara. Nella gran parte dei casi quindi, dovendo intraprendere i giudizi, le tempistiche variano a seconda della geografia. Ovvero vi sono Tribunali virtuosi nei quali un giudizio si conclude nel giro di un paio di anni, altri in cui ce ne vogliono circa quattro e altri ancora in cui non bastano otto anni.
Possono tutti richiedere un risarcimento?
Certamente, il diritto alla salute è riconosciuto dalla Costituzione della Repubblica e la sua tutela spetta a tutte le donne e gli uomini che si trovino a dover subire delle cure mediche in Italia, che siano o meno cittadini italiani. Quindi in caso di danni da responsabilità medica, al di fuori del termine prescrizionale, tutti possono chiedere un risarcimento per il danno subito.
Ad oggi lo Sportello Legale Sanità ha valutato oltre 3.000 casi di responsabilità medica. Nell’85% di quelli ritenuti procedibili, ha fatto conseguire il giusto risarcimento. Questo significa che 9 persone su 10 hanno ottenuto giustizia senza alcuno costo. Chiamando lo Sportello Legale Sanità non ti esporrai ad alcun rischio economico: infatti non occorre anticipare alcun costo perché lo Sportello Legale si accolla interamente il rischio di un eventuale insuccesso dell’azione; solo in caso di successo, corrisponderai allo Sportello Legale quanto stabilito preventivamente per l’attività svolta.
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