Il parere in questione segue, peraltro, quello ugualmente negativo della Commissione VIA che non potrà non “ispirare” quello del MATTM (Ambiente) e questo rischierebbe di porre una seria ipoteca sfavorevole su quello che dovrà essere il giudizio conclusivo del CIPE.
“Davvero la vicenda”, sostengono Salaris e Corrias (rispettivamente Coordinatori Regionale e Provinciale), “pare aver preso una brutta piega mettendo in discussione aspettative e programmi su un’area a forte impatto turistico, proiettata com’è verso una crescita complessiva delle presenze e delle attività”.
“Non siamo di fronte, nel percorso restante,” – proseguono i due dirigenti – ad una nuova strada extraurbana, bensì all’ultimazione della 291 secondo il progetto originario e, perciò stesso, secondo una logica e naturale prosecuzione come si evincerebbe da un sopralluogo che ci sentiremmo di suggerire ai soggetti ai quali è affidata la decisione sul completamento dell’opera”.
Ora l’espressione del MiBACT pare sottovalutare il parere favorevole della Regione per il tramite della Direzione Generale della Pianificazione Urbanistica territoriale e della Vigilanza edilizia in cui si sostiene, l’ammissibilità del progetto originario, avuto riguardo per il Piano paesaggistico regionale.
Ciononostante non ci troviamo di fronte ad un muro insormontabile, infatti, i sostenitori del progetto a quattro corsie possono contare sui giudizi favorevoli del MIT (infrastrutture e Trasporti), del Consiglio Superiore dei LL.PP. e della locale Soprintendenza. Tutto ciò potrebbe, però, non essere sufficiente tenuto conto che i soggetti decidenti nel CIPE sono i quattro ministeri: Beni Culturali, Ambiente, Infrastrutture e Trasporti, Economia.
Davvero sarebbe un beffa per un territorio a cui non resta altro, accanto alle iniziative che la Regione intenderà intraprendere nelle sedi opportune, che una mobilitazione di popolo unitamente alle Istituzioni coinvolte affinché il forte risentimento di una Comunità per la possibile mancata attuazione di un’opera attesa da troppi anni possa trovare opportuno accoglimento in un ripensamento del Governo.
“I Riformatori sardi”, concludono Salaris e Corrias, “intendono promuovere un’iniziativa di protesta con presidi e manifestazioni inviando, al contempo, una nota di protesta al Presidente Conte invitandolo ad un visita nel corso del quale possa ascoltare direttamente la voce delle Comunità interessate”.