Il Tribunale federale (TF) ha infatti valutato esagerati i criteri su cui si è basata la bocciatura, motivata con lacune decisamente minori. Un’altra vicenda che attesta come più volte segnalato dallo Sportello dei Diritti che gli italiani non sono visti di buon occhio al di là delle Alpi
Le autorità locali hanno giudicato insufficienti le conoscenze del territorio dell’uomo, poiché fra le altre cose ignorava che lupi e orsi del parco naturale di Goldau (SZ) condividono lo stesso recinto.
Questo fatto, più alcune lacune geografiche, è stato sufficiente alla bocciatura. Ora la corte di Losanna ha però accolto il ricorso del cittadino italiano, che gestisce una gelateria. Secondo i giudici è vero che le autorità locali dispongono di un certo margine di manovra, ma è inaccettabile focalizzarsi solamente su un criterio, specialmente se secondario. Nel caso specifico, il cittadino italiano è riuscito nel test di conoscenza sociale e civica.
Inoltre, non si può discutere la sua indipendenza economica, vista l’attività commerciale che gestisce dal 2001. Un tipo di impiego che, tra l’altro, difficilmente può portare a una mancanza di contatto con la popolazione locale e a una carente integrazione.
L’Alta corte ha quindi concluso che tutti i criteri della naturalizzazione sono soddisfatti, nonostante piccole lacune dal punto di vista geografico e culturale. Queste mancanze sono infatti ampiamente compensate da altre conoscenze. (Sentenza 1D_1/2019 del 18 dicembre 2019)
Al di là della vicenda che appare comunque singolare, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è evidente che è assurdo che non si possa vedersi riconoscere la cittadinanza nonostante abbia vissuto in Svizzera per 30 anni e come imprenditore abbia una piccola impresa di successo, a causa della sua ignoranza per lo zoo locale.
Un’altra vicenda che attesta come più volte segnalato che gli italiani non sono visti di buon occhio al di là delle Alpi.