Da oltre vent’anni gli abitanti della Valle del Cedrino sono costretti ad acquistare l’acqua in confezione per usi alimentari con gravi e talvolta insostenibili costi economici. Questo perché, com’è tristemente noto, l’emergenza idrico-sanitaria che ha interessato le acque provenienti dalla diga di Pedra ‘e Othoni sul fiume Cedrino, infestato dalla presenza di alghe tossiche, non è mai stata risolta. Ciò, nonostante il maxi stanziamento di cinque miliardi e mezzo di lire, destinato dalla Comunità Europea alla realizzazione di una condotta adduttrice che avrebbe trasportato l’acqua dalla sorgente di Su Gologone all’impianto di potabilizzazione di Galtellì per soddisfare le esigenze idriche dei centri della Baronia, in particolare dei Comuni di Orosei, Galtellì, Irgoli, Loculi e Onifai”.
Questa la denuncia al centro dell’interrogazione presentata dal consigliere regionale del M5S Roberto Li Gioi, e rivolta agli assessori ai Lavori Pubblici, all’Ambiente e alla Sanità, per sapere se tale condotta adduttrice, fondamentale per la risoluzione dei problemi idrici della Baronia e di Calagonone, sia stata effettivamente ultimata e collaudata.
Il dito è puntato contro l’ennesima promessa: “Il consigliere del Psd’Az Franco Mula due giorni fa ha annunciato la convocazione di un tavolo tecnico per risolvere le criticità lamentate dai cittadini, sindaci e comitati della zona. Una dichiarazione che potrebbe far bene sperare se non si trattasse di una seconda promessa, seguita a una prima, identica, del 22 luglio scorso, mai mantenuta. Attendiamo quindi che le dichiarazioni diventino fatti concreti”.
“La situazione è intollerabile – prosegue Li Gioi – nessuno può negare ai cittadini il diritto di godere dell’acqua potabile pubblica. Occorre intervenire immediatamente per mitigare il grave stato di inquinamento in cui versano i fiumi Cedrino e Tirso e per completare il sistema depurativo a maggiore criticità”.
“I lavori di realizzazione della condotta adduttrice risultano conclusi nel 2001 – spiega Li Gioi – ma ancora oggi non è possibile sapere con certezza se sia stato effettuato un collaudo. Sono trascorsi ormai quasi vent’anni da quando tale criticità è stata accertata, e questa condotta non è stata mai pienamente utilizzata per lo scopo a cui sarebbe dovuta servire, ovvero liberare la Baronia dallo stato di emergenza idrico sanitaria. Ebbene, tutt’oggi permangano intatte le ragioni e le condizioni che avevano giustificato la realizzazione dell’intervento”.
“È giunto il momento di affrontare seriamente la situazione – conclude Li Gioi. Gli assessori competenti comunichino tempestivamente quali misure urgenti intendano adottare per tutelare l’ambiente e porre rimedio al grave stato di emergenza idrico-sanitaria venutosi a creare in questi decenni”.