Costa caro agli allevatori del centro-sud Sardegna il blocco della movimentazione scattato da 17 mesi dopo il riscontro di un focolaio del sierotipo BTV3 della lingua blu nel territorio di Teulada (settembre 2018) che ha fatto scattare dapprima la circoscrizione della “zona infetta” in un raggio di 20 km dal focolaio e successivamente estesa a “zona di sorveglianza” per un raggio di 150 km.
Questo obbliga gli allevatori inclusi all’interno della “zona di sorveglianza” a dover sottoporre all’esame della PCR i bovini ed ovini che devono oltrepassare questo perimetro sostenendo un costo ulteriore di 25,08 euro a capo.
Dopo la denuncia dei giorni scorsi da parte di Coldiretti Nuoro Ogliastra, dove si allevano circa il 40% dei bovini da carne e circa il 30% del patrimonio ovino sardo, questa mattina il partito dei Riformatori, ha presentato una interrogazione (primo firmatario l’onorevole Michele Cossa) al presidente della Giunta e all’assessore regionale alla Sanità, chiedendo la revoca o deroga della zona di sorveglianza e l’inserimento nella prossima Finanziaria un intervento economico da parte della Regione per ridurre gli alti costi delle analisi sierologiche che ricadono interamente sugli allevatori.
“Ringraziamo i Riformatori per aver raccolto il nostro grido di aiuto – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – perché i costi del PCR sono alti ed incidono in maniera considerevole sugli allevatori. Da una parte quelli dei bovini da carne che vendono fuori dall’isola. Ma pesa anche per i pastori soprattutto per chi vende arieti e in particolare (anche se la vendita oltre i confini del centro sud non è altissima) sulla vendita delle pecore che con un costo aggiuntivo di 25 euro a capo vanno fuori mercato. Ma ci sono anche i casi limite delle brevi transumanze verso propri terreni che si trovano fuori dalla zona di sorveglianza. Come già detto e ripreso oggi dall’interrogazione è necessario un intervento per revocare o ridurre la zona “rossa” e sia anche, come abbiamo già chiesto negli anni scorsi, per abbattere i costi alti del Pcr, cosi come già avviene in Sicilia, dove è sceso a circa 6 euro”.
“E’ un embargo assurdo, almeno da limitare visti gli stretti controlli che si stanno effettuando con esiti negativi – sostiene il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba presente questa mattina alla conferenza stampa -, anche perché stiamo azzoppando un settore, quello del bovino da carne, in un momento positivo. Ben venga quindi la proposta dei riformatori di inserire in finanziaria un contributo che possa abbattere i costi della Pcr”.