I prossimi quattro anni, per il nuovo direttivo, saranno fondamentali per dare maggiore impulso a un sistema che lo scorso anno ha celebrato i 70 anni di presenza nell’isola e ad oggi conta nel sud della Sardegna 246 cooperative che operano nei settori del consumo e utenza, sanità, lavoro e servizi, pesca, edilizia, cultura, turismo, sport, sociale, Federcasse, segretariato e mutue, coinvolgono 7.724 soci, danno lavoro a 3.867 persone e fatturano 164.686.128 milioni.
“Il modello di sviluppo basato sulla crescita e sull’aumento di virgole di PIL ad ogni costo – sottolinea Roberto Savarino, presidente di Confcooperative provinciale Cagliari – probabilmente ha concluso il suo ciclo e la crisi ormai decennale, assieme ad una rivoluzione tecnologica e alla globalizzazione senza regole, ci consegna un presente in cui si sono allargate notevolmente le fratture tra ricchezza e povertà, tra generazioni presenti e future, tra sud e nord, tra centro e periferie. Un ampliamento delle diseguaglianze che frena un possibile sviluppo inclusivo e sostenibile sul piano sociale, economico e ambientale. Le imprese non possono stare a guardare e men che meno lo possono fare le imprese cooperative, che ben rappresentano la “buona impresa” quale soggetto economico che, in termini culturali e sociali, può contribuire a correggere le deformazioni dell’economia attuale e far imboccare la strada maestra di uno sviluppo sostenibile. Non è più sufficiente la proverbiale resilienza delle cooperative, è necessario continuare ad essere costruttori di bene comune dotandosi di strumenti giusti: ricerca, innovazione e sostenibilità”.
I primi passi concreti sono già stati avviati.
“Confcooperative Cagliari ha deciso, a partire da 2020, di perseguire un piano di sviluppo sostenibile che sia compatibile non solo con la salvaguardia dell’ambiente e il risparmio energetico – sottolinea Arianna Arca, direttrice di Confcooperative Cagliari – ma anche orientato ad uno sviluppo che punti a favorire il raggiungimento delle migliori condizioni di vita delle cooperative e dei loro soci e lavoratori. Per questo, l’adozione di un bilancio sociale su temi specifici come progetti di efficientamento e risparmio energetico, la scelta di prodotti ecologici, soluzioni di welfare aziendale, politiche di genere, educazione cooperativa e alla sostenibilità”.
Temi dibattuti nella tavola rotonda alla quale, dopo i saluti istituzionali del sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, hanno partecipato Maria Chiara Di Guardo, prorettore delegato per il territorio e l’innovazione dell’Università di Cagliari, Cristiano Erriu, direttore del Centro servizi della Camera di Commercio di Cagliari, Stefano Mameli, direttore generale della Città Metropolitana di Cagliari, Nicoletta Piras, direttrice del Gal Sulcis, Capoterra e Campidano di Cagliari, Davide Cao, direttore del FLAG (Fisheries Local Action Groups, Gruppo di azione costiera) Sardegna Orientale e Gianluca Cadeddu, coordinatore del Gruppo di cooperazione territoriale e attrazione investimenti del Centro Regionale di Programmazione.