La possibilità di mantenere installati i manufatti amovibili per tutto l’anno non deve essere travisata e tradotta in scarso rispetto per l’ambiente circostante finendo per far prevalere un atteggiamento dettato dalla demagogia, che rischia di creare confusione e disinformazione. I provvedimenti che abbiamo voluto adottare in Consiglio non hanno nulla a che vedere con la definizione e/o modifica della parte attrezzabile dell’arenile ne con il discorso delle spiagge libere; semplicemente riteniamo giusto permettere, a chi è detentore di una concessione regolare, di evitare per tutto il tempo di valenza della stessa di smontare per poco tempo la struttura per poi riposizionarla, operazione assai esosa che con il suo esborso spesso pregiudica investimenti differenti e più funzionali al miglioramento dei servizi offerti. Una possibilità che non è certo scevra da vincoli e regole in ogni caso, infatti chi decide di mantenere in essere la struttura è vincolato all’apertura per almeno dieci mesi su dodici, al fine di non rischiare un abuso della normativa che mira a produrre un allungamento della stagione turistica.
La necessità di salvaguardare le nostre bellezze naturali è un tema che ci trova assolutamente concordi, tanto da inserirlo come punto di partenza per la futura programmazione di gestione delle concessioni demaniali marittime e non solo.
Consapevoli da sempre di essere rinomati in tutto il mondo per l’immenso patrimonio naturalistico/costiero non permetteremmo mai di metterlo a rischio per soli scopi propagandistici ed elettorali, come viene ipotizzato in una nota stampa dal Presidente dell’Associazione ambientalista “Grig”.
Consentire agli operatori del settore di operare per tutto l’anno non solo è, a nostro avviso, un importante passo avanti mosso verso la strada della tanto ambita e declamata destagionalizzazione turistica, che per inciso deve essere sostenuta da azioni concrete poiché riempirsene la bocca con grandi proclami non è certamente sufficiente a garantirla, ma deve essere interpretato, anche, come una reale e concreta risorsa per la tutela ambientale. I gestori degli stabilimenti balneari, infatti, garantiscono servizi utili ai visitatori e al contempo mettono in atto una costante campagna di sensibilizzazione per il rispetto delle spiagge, ben conoscendo le peculiarità dei differenti litorali in cui operano, assumendo talvolta un non trascurabile ruolo di controllo per ciò che avviene nella loro area di competenza.
Complice anche il clima mite, che da sempre caratterizza la nostra terra, sono sempre più numerose le persone che ambiscono a godere di una giornata in spiaggia anche durante la stagione invernale, l’approvazione della PL 83 permetterà loro di farlo usufruendo di servizi differenti a seconda della stagione.
La necessità di normare la materia era dettata, inoltre, dalla necessità di superare il paradosso istituzionale che vedeva da un lato le spiagge urbane operanti 365 giorni all’anno e tutte le altre sottoposte a vincoli che ne impedivano il lavoro! Un trattamento che creava disparità e desiderio di porvi rimedio, come spesso promesso ma mai mantenuto.
Per quanto riguarda, invece, gli attacchi rivolti alla stesura del nuovo Piano Casa precisiamo che siamo sempre pronti al dialogo, tutto infatti è migliorabile e non precludiamo di certo la possibilità di farlo per mera presunzione, purché sia realistico e non pregiudizievole. Il nostro intervento, infatti, innanzitutto consentirà di ristrutturare e rendere esteticamente migliori quanto già esistente mirando al superamento di quella “brutta edilizia” che spesso ha realmente deturpato i nostri magnifici panorami. Poi si passa alla valutazione dei luoghi ove sia ipotizzabile lo sviluppo di una nuova attività turistica o imprenditoriale che possa dar nuovo input ai livelli occupazionali e alla nostra economia tutta.
Insomma direi che ci si sta accusando a prescindere secondo la pericolosa associazione: cdx=cementificazione selvaggia, attestandosi su dati e supposizioni assai lontane dalla realtà dei fatti.