Lo ha annunciato Silvia Paparella, General Manager di Remtech Italia, intervenendo ieri a Napoli alla convention sui siti contaminati, organizzata dalla Società Italiana di Geologia Ambientale e svoltasi presso il PAN di Napoli.
Penso che per le bonifiche bisogna fare in fretta e in piena legalità. C’è un vuoto normativo che per me è gravissimo, sappiamo benissimo che quando ci sono degli appalti ci sono delle white list presso le Prefetture: elenchi dove sono incluse aziende che non sono legate alla criminalità organizzata, ma in questo elenco mancano quelle aziende che come attività hanno proprio quella delle bonifiche e della gestione dei rifiuti. Credo che questo sia un vuoto normativo gravissimo – ha affermato Vilma Moronese, Presidente della Commissione Ambiente del Senato – e insieme ad altri due emendamenti ho presentato una proposta al Ministero che spero possa essere inserita nel collegato ambientale e che prevede proprio l’inserimento in questi elenchi anche di tali attività quali le bonifiche e gestione dei rifiuti.
Questo Commissariato, insieme all’Arma dei Carabinieri, è intervenuto in seguito a un contenzioso con l’UE. Ben 81 sono i siti nazionali: si tratta di siti che rappresentano un retaggio delle discariche abusive degli anni ’70 e ’80. Di queste discariche oggi ne sono state bonificate 9 in provincia di Benevento. In Italia i Siti inquinati sono circa 29.000, su 15.000 dei quali si sta lavorando, e poi ci sono i Siti di Interesse Nazionale. Le discariche abusive e gli inquinamenti dei territori limitrofi sono un problema che dobbiamo risolvere, sono una questione italiana che è nostro compito definire, circoscrivere e chiudere. Però l’unico modo per arrivare all’obiettivo del risanamento è operare in squadra – ha dichiarato il Generale, Giuseppe Vadalà, Commissario Straordinario per la Bonifica delle discariche Abusive – facendo sistema tra tutti gli enti pubblici e privati, mettendo in moto un “fare sinergico” verso un “fare bene e velocemente”. Questo “fare ed essere sistema” nasce da una sinergia di intenti, passa attraverso una serie di azioni e si finalizza con l’esecuzione delle bonifiche dove ciascun soggetto dal vertice politico al cittadino deve svolgere la sua parte. I lavori continui, le riunioni operative, lo sprono per le amministrazioni locali più prossime ai siti, l’ausilio delle stazioni appaltanti nazionali nonché la sinergia con gli autorevoli soggetti politici nazionali e regionali stanno dando buoni frutti e sono convinto che, nel futuro prossimo, restituiremo i territori sanati alle collettività e riusciremo a far uscire l’Italia dall’infrazione europea.
Grande successo per la Convention voluta a Napoli dalla Società Italiana di Geologia Ambientale sul tema dei Siti Contaminati.
Il tema della bonifica dei siti inquinati e della bonifica delle aree industriali dismesse negli ultimi anni – ha dichiarato Daniele Baldi, Coordinatore area tematica Sigea Bonifica siti inquinati – ha fatto registrare un sostanziale cambiamento sia con riferimento al quadro normativo sia allo sviluppo di una necessaria “cultura delle bonifiche” e sia a una progressiva sostituzione delle tecnologie “aspecialistiche” con tecniche “specialistiche” e in molti casi innovative. Del resto anche il mutato quadro economico in negativo e l’esperienza maturata negli ultimi 20 anni hanno funzionato come catalizzatori per un generale aggiornamento degli approcci sia alla caratterizzazione sia alla bonifica dei suoli e delle acque contaminati.
Nel corso della conferenza è stato presentato anche il libro-dossier: “Bonifica dei siti inquinati: analisi e soluzioni di problemi complessi – il contesto territoriale della Campania”.
Ci sono zone in Campania altamente inquinate. Necessaria la conoscenza del territorio perché si possa intervenire secondo il contesto in cui ci troviamo. Infatti la componente chimica è fondamentale per produrre quei reaggenti che possono annullare le sostanze inquinanti. Su queste aree e in particolare su Bagnoli-Coroglio e Napoli est, ma anche – ha dichiarato Gaetano Sammartino, Presidente della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA) per Campania e Molise – quelle aree in cui negli anni si è perpetrata una spregiudicata gestione dei rifiuti come ad esempio la Terra dei Fuochi, non bisogna più perdere tempo, ma bisogna intervenire e non più utilizzare quei territori che sono già abbastanza martoriati dal punto di vista industriale. Questi territori vanno riconvertiti in aree urbanizzate una volta risolta la bonifica.
Il problema, però, riguarda l’Italia
In Italia sono presenti circa 16.435 siti contaminati con procedimento in corso e 13.258 con procedimento concluso. Restringendo il campo e descrivendo la situazione di una Regione specifica, la Campania, seguita a ruota anche dalla Sicilia, dopo 20 anni e più di studio di problematiche ambientali in Campania (dal 1997) e in particolar modo dell’agro aversano – ha dichiarato Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA) – e del litorale domizio-flegreo (tra cui si ricordano i Comuni di Giugliano in C., Parete, Villa Literno, Castel Volturno, Trentola D., Lusciano, Sessa Aurunca, Mondragone e Maddaloni) attraverso numerosi accertamenti tecnici disposti dall’Autorità Giudiziaria, il quadro che ne viene fuori circa la problematica delle discariche autorizzate (controllate), abusive (non controllate), smaltimenti abusivi e qualunque altra fonte di contaminazione di questo territorio è ben chiaro e si presenta quasi sempre allo stesso modo. Nel dossier che abbiamo illustrato alla stampa anche il caso-studio sul “recupero integrale dei rifiuti da terremoto, il caso di Arquata del Tronto”, ma anche Bagnoli con “Le misure di sicurezza adottate a tutela dei lavoratori e della popolazione residente nel corso della bonifica del Sito di Interesse Nazionale di Bagnoli” e ancora la Terra dei Fuochi in Campania, ma illustreremo anche studi condotti in Puglia, Toscana, Lazio, Lombardia.
Bellissimo il momento di commemorazione del professore Franco Ortolani, geologo, Senatore della Repubblica, scomparso di recente.