Un film che vuole ricordare la straordinaria vitalità di Alberto Sordi, il suo immenso talento, la sottile ironia, l’artista e l’uomo, tra difetti e virtù. “Non ci ha mai permesso di essere tristi”, disse di lui Ettore Scola. La sua capacità di scherzare e ironizzare sulle piccolezze, sulle nevrosi e le contraddizioni degli italiani, nel corso degli anni, ha lasciato un segno nella storia del costume del nostro Paese.
Un giovane Alberto Sordi, tenace e destinato ad emergere, è quello che racconta il film ‘Permette? Alberto Sordi’, ripercorrendo vent’anni – dal 1937 al 1957 – dedicati a una continua crescita professionale. Anni in cui Sordi si fa conoscere come doppiatore di Oliver Hardy, alla Radio e nel Varietà, conquistando il pubblico con i suoi primi personaggi divertenti. In quel periodo nasce l’amicizia con Fellini che lo avrebbe portato al successo come attore. Nel film c’è anche il Sordi meno conosciuto: gli amori, la famiglia, gli amici.
Diretto da Luca Manfredi, con un eccezionale Edoardo Pesce nel ruolo del giovane Alberto, il film vede nel cast Pia Lanciotti nel ruolo di Andreina Pagnani, Alberto Paradossi nel ruolo di Federico Fellini, Paola Tiziana Cruciani, Luisa Ricci, Michela Giraud, Paolo Giangrasso, con la partecipazione amichevole di Giorgio Colangeli, Martina Galletta, Francesco Foti, Sara Cardinaletti e Lillo Petrolo nel ruolo di Aldo Fabrizi.
‘Permette? Alberto Sordi’ vuole essere un affettuoso omaggio al grande talento di uno dei maggiori interpreti di un genere che ci ha reso famosi in tutto il mondo: la Commedia all’italiana – racconta il regista Luca Manfredi. Un genere capace di raccontare i drammi e i vizi della nostra società, appena uscita dall’ultima guerra, con il sorriso e l’ironia. Un attore straordinario, dotato di un talento innato, che ci ha regalato con più di duecento film una galleria di personaggi indimenticabili con un gioco di invenzioni e di “tic” sui loro modi di parlare e di muoversi, come il suo famosissimo saltello. Ma Alberto ha dovuto faticare non poco, per vedere riconosciuto il suo talento. Senza mai abbattersi, ma anzi, combattendo con una tenacia inarrestabile (che poi ha trasferito in uno dei suoi personaggi più noti, il Dentone) è riuscito a diventare uno degli attori più apprezzati del grande cinema italiano. SINOSSI
Da giovanissimo Alberto Sordi viene espulso dall’Accademia di Recitazione dei Filodrammatici a Milano per la sua incorreggibile parlata romana. Ma Alberto non si arrende e, tornato a Roma, con la sua ricerca della qualità attoriale e con impegno tenace, riesce a diventare l’inconfondibile voce di Oliver Hardy, si fa notare sui palcoscenici del Varietà e alla Radio con il personaggio di Mario Pio. In quegli anni stringe una grande amicizia con il giovane Federico Fellini, che da lì a poco lo avrebbe diretto ne Lo Sceicco Bianco e I Vitelloni (sua la pernacchia più celebre del cinema italiano!), si innamora dell’attrice e doppiatrice Andreina Pagnani e raggiunge il trionfo con Nando Moriconi, l’Americano a Roma!
Permette? Alberto Sordi racconta i vent’anni in cui il giovane Alberto Sordi è diventato l’Albertone nazionale, l’uomo che – come disse Ettore Scola – “non ci ha mai permesso di essere tristi”.