Non ha difficoltà, Pino, a raccontare la sua storia, iniziata molto precocemente tra le vie dei quartieri dello spaccio cagliaritano.
Le prime sigarette, poi gli immancabili spinelli con gli amichetti e le ragazzine molto smaliziate – racconta Pino al volontario della Fondazione “La Via della Felicità” con il quale sta seguendo un percorso di recupero etico e morale, in collaborazione con gli altri educatori della comunità. – Cominciai a spacciare hashish e con i soldi “guadagnati” facevamo la bella vita: ristoranti, discoteche, abbigliamento sempre rigorosamente firmato e alla moda. Tutto sembrava un gioco e un divertimento. Insomma, stava andando tutto “bene”. Poi in gruppo decidemmo di “provare” l’eroina, che circolava negli ambienti che frequentavamo. Infine siamo passati alla cocaina che prese il sopravvento. Peggio che mai! Cominciarono le rapine e iniziai a rubare in casa, imbrogliando i miei genitori, fratelli e sorelle.
Con evidente commozione, Pino continua il suo racconto:
Poi arrivò la morte per di mia mamma, non è sopravvissuta ai dispiaceri, e anche della mia compagna per droga. Lasciai un lavoro d’oro perché non avevo la forza di andarci senza la droga in corpo. Finché non mi beccarono e cominciò il calvario del carcere, processi penali, avvocati e chi più ne ha più ne metta. Trent’anni di inferno! Ma ciò che mi ha fatto soffrire di più è stato che tutte le persone che mi volevano bene mi hanno isolato e mi ritrovai completamente solo. Nessuna famiglia, nessuna amicizia.
Si potrebbe continuare ad oltranza con la drammatica testimonianza di Pino, ma già questo è sufficiente per far capire quale sia il mondo che circonda chi decide di “provare” la droga. Perché la droga non dà il tempo di “provare”.
Ora da circa un anno mi trovo in comunità per cercare di costruirmi una nuova vita – continua Pino nel suo racconto. – Grazie agli operatori, ai colloqui con la psicoterapeuta e agli incontri di gruppo con i volontari della Via della Felicità sui precetti contenuti nel libro, sto assumendo un nuovo punto di vista sulla vita. È stata dura ma oggi ho una nuova consapevolezza di me stesso e di quello che voglio. Ho recuperato l’autostima che avevo perso in tutti questi anni, e ho capito che se voglio una cosa, con un pò di volontà la si può ottenere, anzi la si ottiene.
La voglia di riscatto di Pino è in perfetta sintonia con le parole che l’autore L. Ron Hubbard scrive nell’ultimo capitolo del libro “La Via della Felicità”: “Non esiste persona viva che non possa dar vita ad un nuovo inizio“, a testimonianza del fatto che anche dopo aver toccato il fondo, è possibile riprendere in mano le redini della propria vita ripristinando l’onore e il rispetto di sé.
Ora si volta pagina; una nuova vita aspetta Pino, un uomo nuovo determinato a viverla da uomo libero dalla droga e ben consapevole delle sfide che lo attendono fuori da quella comunità che ancora lo protegge.
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