Sono soltanto alcuni dei temi discussi nei giorni scorsi dal dottor Gianni Caria, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Sassari, nel corso di un incontro con gli allievi delle classi quarte e quinte del Liceo Musicale e Coreutico Azuni nell’auditorium dell’istituto, in via de Carolis.
Dopo una breve presentazione del docente Fabio Madau, che ha moderato i lavori, il magistrato ha spiegato agli studenti che c’è una diffusa carenza di conoscenze sui compiti della magistratura e sulle competenze dei singoli magistrati, nonostante nella cronaca si parli ogni giorno di giustizia e processi.
In una vera e propria lezione partecipata, con un linguaggio semplice ed efficace, il dottor Caria ha illustrato agli alunni le funzioni dei diversi magistrati che si occupano di diritto civile e penale.
Ha spiegato, in particolare, la distinzione fra giudice e pubblico ministero. Gli studenti hanno mostrato particolare interesse proprio per le indagini di competenza di quest’ultimo e per gli strumenti utilizzati per svolgerle.
Sempre attento a sottolineare il ruolo autonomo e indipendente della magistratura previsto dalla Costituzione, il Procuratore ha anche spiegato agli alunni dell’Azuni con quale consapevolezza un magistrato chiede una pena, per quanto giusta, provando umana comprensione per imputati, vittime e rispettivi familiari.
Alla richiesta da parte degli studenti del perché dell’eccessiva durata dei processi, il dottor Caria ha risposto che le cause di questo diffuso fenomeno sono da ricercare nella carenza degli organici dei magistrati e nell’iter normativo che rallenta le procedure.
Per essere ancora più chiaro, ha citato l’esempio della Procura che egli stesso dirige, intorno alla quale ruota una media di circa diecimila notizie di reato in un anno a fronte di un organico costituito da appena nove sostituti procuratori.
Gli studenti hanno infine tentato di avere dal Procuratore una sua opinione su alcune vicende giudiziarie. La risposta è stata che è sempre necessario conoscere gli atti e studiarli prima di pronunciare qualunque parere, senza farsi condizionare da ricostruzioni non rigorose dei fatti.
Scontato, e comunque gradito, l’invito ad avere sempre rispetto delle leggi con il quale il magistrato ha salutato gli allievi dell’Azuni al termine dell’incontro.