Il corso, che si tiene a Sassari, si concluderà domani con l’ultima sessione di lezioni in cui si affronteranno gli importanti temi della Salute, Etica e Comunicazione.
Sostenibilità che per la produzione agricola sarda d’eccellenza viene rispettata grazie al fatto che l’agnello sardo si nutre con il solo latte materno da pecore allevate all’aperto nel rispetto del benessere animale.
La Sardegna è la prima regione del Mediterraneo in cui si pratica l’allevamento degli animali al pascolo, con pecore che si nutrono per l’80% dalle essenze foraggere spontanee o coltivate rendendo inscindibile il legame dell’elevata qualità delle carni e dei prodotti caseari e dalle forme paesaggistiche in cui sono ottenuti.
Il paesaggio sardo è forgiato dal pascolamento. La pratica plurimillenaria della pastorizia ha forgiato i tratti salienti del nostro paesaggio. Tutela e preserva la biodiversità. E’ una pratica fortemente legate al territorio, in cui gli animali sono allevati all’aperto rispettando il benessere. L’agnello, ha per questo, il sapore di Sardegna e veicolano sostanze ad azione benefica dovute proprio al pascolamento di essenze erbacee naturali.
Non solo. I prodotti derivanti da animali che pascolano hanno effetti positivi sulla salute dell’uomo, perchè sono ricchi di sostanze nutraceutiche. E le pecore sarde hanno una predisposizione genetica che favorisce questo arricchimento dovuto all’azione di selezione del pastore avvenuta nei millenni per le pecore che presentavano una più marcata attitudine al pascolamento. Queste sostanze sono trasferite all’uomo. Il Cla, contenuto nel latte, è trasferito completamente nel formaggio e nella carne senza perdite. La prova l’abbiamo anche dall’alto numero di centenari. L’elisir della longevità è dovuta, secondo la scienza, a una particolare predisposizione genetica dei sardi ma anche al loro modo di vivere (socialità/rapporti) e all’alimentazione.
Ed ancora. Il comparto si fregia anche di due riconoscimenti Unesco. Quello sardo del Pastoralismo, che riconosce il suo valore storico, culturale, identitario ed ambientale. Oltre al recente riconoscimento ottenuto dalla transumanza, ugualmente simbolo della sostenibilità ambientale, ma anche culturale e sociale di questo comparto.
“Il curriculum dell’agnello oltre a riportare di essere il simbolo del nostro agroalimentare – sottolinea il presidente del Contas Battista Cualbu – si fregia anche del titolo di sostenibilità che va declinato in tutte le sue sfaccettature e non solo quello ambientale. Come Consorzio stiamo lavorando affinchè lo sia anche dal punto di vista economico, oltre che per il sistema circostante in cui è allevato, anche per l’allevatore, il custode del territorio e di questo inestimabile patrimonio. Anche questa partnership ha questo obiettivo, aiutando a divulgare la cultura della nostra eccellenza, attraverso la formazione”.
“È significativo – spiega il direttore del Contas Alessandro Mazzetti – che queste informazioni vengano divulgate in un contesto universitario dove sono stati invitati a parlare alcuni fra i più autorevoli esperti del settore zootecnico e dell’alimentazione umana”.