Ci rivolgiamo alla senatrice a vita Elena Cattaneo, che è impegnata in questi giorni in un ciclo di conferenze sulla ricerca scientifica nei comuni in provincia di Milano e che non manca di lanciare messaggi fuorvianti sull’uso di animali negli esperimenti scientifici.
Secondo la senatrice i ricercatori italiani scapperebbero all’estero perché in Italia abbiamo leggi troppo restrittive. Facciamo notare alla senatrice che l’Italia ha recepito la Direttiva Europea e tale Direttiva è stata altrettanto recepita in tutti gli altri Stati membri della UE, pertanto sono tutti impegnati a proteggere gli animali usati nella ricerca scientifica, ridurne quanto più possibile l’uso fino a un vero e proprio phase-out.
Questo è l’obiettivo comune di tutti gli Stati europei e non un’anomalia italiana. E se i ricercatori italiani volessero proprio fare ricerca solo su animali e guardassero altrove fuori dall’Europa, scoprirebbero presto che anche gli Stati Uniti si stanno dotando di norme molto all’avanguardia. Un esempio? L’Agenzia EPA ridurrà le sue richieste e il finanziamento dei test sui mammiferi del 30% entro il 2025 ed eliminerà tutte le richieste e finanziamenti dei test sui mammiferi entro il 2035. Questi cavernicoli degli statunitensi!
Tornando in Europa e al caso dell’esperimento sui macachi denominato “LightUp”, la senatrice a vita Cattaneo ha fortemente criticato la decisione del Consiglio di Stato – che ha sospeso le autorizzazioni alla fase sperimentale della ricerca – definendola:
Un vero e proprio attacco alla scienza.
Ricordiamo alla senatrice che la Direttiva Europea vieta l’uso di primati non umani, se non per specifiche ragioni da verificare caso per caso. Valutazione che prevede la presentazione di documentazione approfondita ed esaustiva circa la necessità dell’uso dei macachi e, soprattutto, circa l’esistenza di metodi sostitutivi e alternativi da utilizzare. Documentazione che pare mancante e lacunosa.
In parole povere, non è che non si possano fare questi esperimenti (purtroppo) ma per farli bisogna rispettare scrupolosamente le norme italiane ed europee. Francamente a noi questo pare il minimo sindacale per un Paese civile. La legislazione dell’UE presta particolare attenzione all’uso di primati non umani, per la loro vicinanza a noi, per la sofferenza che sopportano stando da soli in gabbia e durante le procedure sperimentali che sono loro inflitte.
Abbiamo senza dubbio bisogno di ricerca scientifica in Italia. Di incoraggiarla e sostenerla. E abbiamo un fronte, quello della ricerca senza l’uso di animali, che per troppo tempo è stato sminuito e dimenticato, e che invece può e deve diventare la chiave di volta per portare innovazione nel campo della scienza, per raggiungere risultati tangibili e human-relevant per migliorare la salute degli esseri umani e, infine, evitare indicibili sofferenze ad altri esseri viventi.
Infine, ci teniamo a ricordare che l’UE ha l’obiettivo di sostituire completamente l’uso degli animali nella scienza (la Direttiva 2010/63 recita al considerando 10: “la presente direttiva rappresenta un passo importante verso il conseguimento dell’obiettivo finale della completa sostituzione delle procedure su animali vivi a fini scientifici ed educativi non appena ciò sia scientificamente possibile”) ma, purtroppo, fino a oggi, troppi pochi passi sono stati fatti per raggiungere tale obiettivo, in particolare nel sostegno e promozione dei metodi sostitutivi.
Al contrario, il numero di animali usati nella ricerca è aumentato se consideriamo che sono stati 22 milioni gli animali utilizzati nella ricerca scientifica solo nel 2017 nell’UE, mentre nel 1991, il primo rapporto dell’UE sul numero di animali utilizzati nella scienza ha riportato 11,8 milioni di animali.
Ed è per questo motivo che, in questa nuova legislatura europea, 65 eurodeputati hanno in poco tempo sottoscritto una dichiarazione per chiedere alla Commissione europea di garantire un maggiore sostegno alle metodologie che non prevedono l’uso di animali nell’ambito del prossimo programma quadro di ricerca dell’UE, Horizon Europe e di lavorare su una strategia con obiettivi concreti per eliminare gradualmente l’uso degli animali in aree specifiche di ricerca, educazione e sperimentazione (per leggere le fonti, un click qui e qui).
Considerato tutto questo, lo scenario europeo e globale, e considerate le amplissime e solide prove sull’inadeguatezza del modello animale di essere predittivo per l’uomo, ci domandiamo: chi sta veramente attaccando la scienza?
Eleonora Evi, Parlamentare europea M5S
Luigi Piccirillo, Consigliere Regione Lombardia M5S