“Mi dispiace che Pili si sia offeso perché gli ho dimostrato, carte alla mano, che la sua è solo una strumentalizzazione. Ma lo conosciamo bene. E conosciamo la sua attitudine: quando vede una notizia semplice, nuda e cruda, magari da verificare, lui deve per forza trasformarla nello scoop della sua vita”.
“Come se non bastasse, pur di far parlare di sé, Pili rilancia una notizia falsa: l’Algeria avrebbe confermato che «le aree a largo della Sardegna sono nostre». Niente di più falso. L’agenzia stampa citata da Pili dice l’esatto opposto, ovvero che la questione della Zee è «puramente tecnica e i due paesi stanno già lavorando insieme per chiarire la faccenda». Se Pili avesse continuato a leggere avrebbe appreso anche che Italia e Algeria hanno già concordato «la formazione di una commissione tecnica mista per la delimitazione dei confini marittimi che presto inaugurerà i suoi lavori ad Algeri».”
“Ribadiamo a GeoPili che una Zona economica esclusiva sul mare adiacente le acque territoriali diventa una realtà solo e soltanto in forza della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. Nello specifico, l’art. 74 della convenzione prescrive che «la delimitazione della Zona economica esclusiva tra Stati con coste opposte o adiacenti viene effettuata per accordo sulla base del diritto internazionale». Tradotto per GeoPili: tu puoi anche delimitarti sulla carta mezzo Mediterraneo. Puoi farlo. Ma tutto quel che scrivi vale zero se non trovi un accordo con l’altro Stato interessato. Cioè: o trovi un accordo oppure con la tua bella mappa ti puoi anche incartare il pesce, che ad altro non servirebbe”.
“Insomma, mentre lui urla ‘mamma li algerini’, noi preferiamo fare una legge sul mare, che conviene di più a tutti e ci difende meglio dei geo-ragli”.