Aspettiamo con ansia che la curva dei contagi scenda per riprenderci le nostre vite.
Ma dopo, quel dopo che attendiamo come sarà?
Dobbiamo prepararci già da subito ad affrontarlo e sapete come?
Con la solidarietà.
La solidarietà è l’unico mezzo che ogni semplice cittadino possiede per preparare un secondo tempo migliore di come purtroppo si prospetta.
Come ci ha insegnato il Papa pochi giorni fa noi ci salveremo insieme perché nessuno può salvarsi da solo. Le tenebre scese nelle nostre città permetteranno al sole di splendere ancora solo se volgeremo lo sguardo verso l’altro.
Non lasciamo che queste restino solo parole, agiamo e facciamolo in fretta. Aiutiamo chi ha bisogno, ognuno come può e come meglio da fare, in piccolo, in grande, in silenzio, urlando ma facciamolo.
Ingegniamoci, pensiamo, la prospettiva del futuro è l’antidepressivo più efficace, forse l’unico in questo momento, ciò significa che se facciamo del bene agli altri prima ancora lo facciamo a noi stessi, alla nostra dignità, alla nostra autostima e soprattutto alla capacità che abbiamo nel contribuire a risolvere un problema enorme.
Il Paese si appresta a vivere, dopo quella sanitaria, una crisi economica gigante. Sarà difficile ripartire e solo la solidarietà, l’aiuto concreto dell’uno verso l’altro, verso la comunità può salvare noi e il futuro dei nostri figli.
Non è demagogia, è la realtà tangibile del periodo storico che stiamo vivendo. Ognuno faccia il suo, al meglio delle proprie possibilità.
Mettiamolo nella lista dei nostri doveri, la nostra onestà intellettuale ci sarà grata per tutta la vita.
Al resto però pensi chi ci governa, perché oltre all’impegno personale e alla solidarietà il singolo cittadino non può fare di più.
Rosangela Cesareo, Responsabile Relazioni Istituzionali