C’è un dramma nel dramma che stiamo vivendo in Italia e nella nostra Isola; c’è una categoria di persone particolarmente a rischio e per le quali esprimiamo la più viva preoccupazione e lanciamo un appello: sono gli ex lavoratori delle industrie chimiche sarde e non solo – ha dichiarato Sabina Contu, avvocata, segretaria nazionale AIEA, Associazione Italiana Esposti Amianto e presidente AIEA Sardegna. – Si tratta di persone colpite da asbestosi e placche pleuriche, che presentano delle interstiziopatie polmonari che aumentano il rischio di mortalità in caso di contatto con il Covid-19.
Sono complessivamente circa 3.000 gli ex lavoratori delle industrie chimiche sarde, e non solo, iscritti al Registro Esposti Amianto, sparsi un po’ in tutta la Regione, di cui 1.000 nella sola provincia di Nuoro, prevalentemente legati all’industria chimica di Ottana.
Siamo fortemente preoccupati – ha aggiunto Sabina Contu – per la loro particolare condizione per il pericolo incombente relativo all’epidemia: chiediamo che venga attivato con urgenza un protocollo specifico, che ne consenta lo screening per il Covid-19 in tempi rapidi, affinchè vengano individuati le eventuali positività e presi i necessari provvedimenti, per limitare il più possibile le ulteriori gravi conseguenze.
Si tratta di persone che hanno già pagato duramente per aver lavorato nelle industrie chimiche e petrolchimiche sarde, ma anche nell’edilizia e in altre attività, in presenza di amianto, senza le necessarie tutele e precauzioni. Come è noto, ci sono voluti anni di lotte e iniziative, promosse da AIEA, CGIL, ANMIL per imporre all’attenzione della Regione e delle Istituzioni nazionali il caso ex Enichem Ottana, in cui si negava la presenza di amianto in quantità pericolose per la salute.
Migliaia di lavoratori – ha dichiarato Saverio Ara, ex tecnico Enichem Ottana, Direttivo AIEA – hanno subito nei decenni passati la grave ingiustizia di non poter accedere ai provvedimenti di legge, in termini di prevenzione, tutele e sorveglianza sanitaria specifica. In troppi si sono ammalati di gravi patologie, con sofferenze e lutti dolorosi, che hanno portato via uomini ancora nel vigore degli anni agli affetti delle famiglie e della comunità.
Sono oltre 200 i morti per mesotelioma, carcinomi polmonari e patologie amianto correlate, che è stato possibile “catalogare” riferiti alla sola fabbrica di Ottana, ma sono troppi i casi che sfuggono al controllo, non essendo operativo a tutti gli effetti il Registro Regionale Tumori.
Da tempo – ha detto Francesco Tolu, Direttivo AIEA, ex lavoratore Ottana – chiediamo una maggiore collaborazione tra l’INAIL, i medici del lavoro e gli specialisti che si occupano degli ex lavoratori iscritti nel Registro Esposti Amianto, ai sensi della legge regionale 22 del 2005, al fine di scambiare le informazioni utili alla sorveglianza sanitaria e alla tutela delle malattie professionali degli ex lavoratori delle industrie sarde, una collaborazione che però stenta a decollare e a produrre gli effetti necessari, nonostante gli impegni sottoscritti.
Stiamo vivendo un’emergenza eccezionale – ha aggiunto Sabina Contu – che ha sconvolto la nostra esistenza e a causa della quale alcuni rischiano di pagare un prezzo troppo alto. Esprimiamo, per questo, il nostro più profondo cordoglio e vicinanza ai familiari dei medici, deceduti per l’epidemia del coronavirus Covid-19 , 24 ad oggi, il cui conto rischia di crescere e toccarci purtroppo da vicino. Si tratta di vittime del lavoro: è una strage che rischia di mietere vittime anche nella nostra Isola fra il personale sanitario e che occorre fermare in tutti i modi.
Siamo di fronte, infatti, a una situazione sconcertante, perché se è vero che in campo nazionale è salito ormai al 10% il numero degli operatori sanitari sul totale dei 54.030 casi positivi, in Sardegna il contagio per i medici e il personale paramedico è oltre il 50%.
A loro va la nostra solidarietà e la più profonda riconoscenza per quanto hanno fatto – ha detto Sabina Contu. – Come AIEA Sardegna lanciamo un forte appello e una mobilitazione affinché questa immane tragedia sia l’occasione per imprimere una svolta decisiva nella gestione della salute in Sardegna, su cui occorrerà aprire un confronto fra Regione e tutti gli attori convolti: non molleremo su nulla. La tutela della salute delle persone non si può mediare.
Per fronteggiare la grave situazione di criticità, AIEA Sardegna ha sospeso gli incontri settimanali con gli iscritti per le consulenze nelle sezioni di Cagliari, Nuoro e Sassari e ha provveduto ad attivare la consulenza telefonica sul numero 331 17 18 095, a partire da giovedì 26 sine die, dalle ore 10:00 alle ore 12:00.