Abbiamo, in questo modo, scelto di dissentire rispetto al moderno modo di fare, per contribuire a rimettere al loro posto quei fogli di storia strappati per non raccontare tutta la verità. Ma, soprattutto, per riaccendere una luce sul senso profondo dell’8 marzo, progressivamente ridotta all’ennesima vacua manifestazione consumistica.
Un’azione finalizzata anche a ricordare che l’Amministrazione comunale di Assemini non ha ottemperato alle disposizioni di legge che impongono di ricordare il dramma delle foibe. Un gesto simbolico che, tuttavia, non preclude la possibilità al Consiglio comunale di attivarsi per formalizzare la titolazione, dimostrando la reale volontà di essere parte di chi intende fare luce sulla storia per iniziare un processo culturale di rispetto dei diritti, nonché di lotta alla violenza e alla discriminazione in ogni sua forma.
In ogni caso, per noi, quell’albero, le rimarrà idealmente dedicato.