Ma la soluzione c’è e si chiama “tele visita”.
E’ questo l’allarme, con la soluzione, lanciato dalle Società scientifiche di riferimento della diabetologia – AMD (Associazione Medici Diabetologi), SID (Società Italiana di Diabetologia) e SIE (Società Italiana di Endocrinologia) – che, in una lettera indirizzata all’Assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, al Direttore Generale dell’Assessorato, Marcello Tidore, e al Commissario Straordinario dell’ATS, Giorgio Steri, chiedono che venga “urgentemente autorizzata per tutti i Servizi di diabetologia presenti in Sardegna, la teleassistenza a favore delle persone con diabete”.
Nel mondo il diabete mellito colpisce 425 milioni di persone, in Italia 4 milioni in Italia e in Sardegna ben 114.000. Quindi, 6 sardi su 100 soffrono di questa malattia con una prevalenza che arriva al 6,4% e con la maggiore incidenza in Italia per il Tipo 1, e tra le più alte del mondo. Degli oltre 110mila casi, la cui età media è di 66,4 anni, circa 58.000 interessano gli uomini e 52.000 le donne.
La prevalenza maggiore è stata registrata nei maschi tra il 64 e 84 anni: 30.954, il 53% di tutti i malati. Il dato viene confermato analizzando le fasce d’età più colpite: quella tra i 64 e 84 anni, 59.370 casi, rappresenta il 53,8% dei malati, seguita da quella tra i 45 ai 64 con 31.210 casi , il 28,3% del totale. Tra le aree geografiche, 37.558 casi sono registrati a Cagliari, 21.466 a Sassari e 11.374 a Oristano.
“La gran parte dei nostri pazienti sono in quella fascia di età più esposta e con più patologie associate al Coronavirus – affermano Gianfranco Madau e Maria Antonietta Fois, rispettivamente Presidenti regionali dell’Associazione Medici Diabetologi e della Società Italiana di Diabetologia – infatti, il Report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 in Italia, sui dati aggiornati al 17 marzo 2020, pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, pone il Diabete mellito come seconda patologia osservata per frequenza nei pazienti deceduti (35.5%).
L’associazione di più patologie preesistenti, tipica dei casi delle persone con diabete, fa impennare la possibilità di esito fatale dell’infezione”.
“Questo dato – continuano Madau e Fois – mette in evidenza che, l’Emergenza nell’Emergenza, è proteggere ed evitare scompensi nelle persone portatrici di plurime malattie croniche”.
Per i medici diabetologi, soprattutto in questo periodo di modifica sostanziale delle abitudini di vita, è necessario mantenere un servizio essenziale per i pazienti diabetici e favorire la gestione quotidiana della malattia, per ridurre i disagi degli utenti e le prevedibili difficoltà per recuperare queste visite nei mesi futuri.
Da qui la proposta degli specialisti alla Regione per l’attivazione della procedura per lo svolgimento delle visite di controllo non Urgenti in remoto, la cosiddetta “tele visita” con il paziente a domicilio contattato telefonicamente.
La “tele visita” inizia con il lavoro preliminare delle infermiere di diabetologia, che hanno il compito, tra le altre cose, di contattare i pazienti, farsi inoltrare la documentazione clinica e predisporre i documenti.
Successivamente, il medico diabetologo contatta il paziente ed esegue telefonicamente una serie di pratiche della visita come l’anamnesi, la valutazione esami ematochimici e strumentali, l’esame dell’automonitoraggio del glucosio nelle varie modalità.
Compilerà, di seguito, il diario glicemico, il report ottenuto dal paziente attraverso app collegate ai glucometri, le piattaforme web per il download dei dati di sensori e microinfusori. Tutte le informazioni raccolte, che verranno inserite nella cartella elettronica, serviranno a redigere il referto e programmare la successiva visita.
Rimangono escluse dalla “televisita” le urgenze, le visite per il diabete gestazionale e il piede diabetico.
“Con questa iniziativa – concludono il Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi e la Presidente Società Italiana di Diabetologia – sarà possibile ridurre il più possibile le occasioni di contagio per i pazienti diabetici e il personale sanitario attuando il distanziamento sociale.
Inoltre, secondo l’attuale normativa, garantire un adeguato compenso ai pazienti diabetici, gestire le loro problematiche imminenti senza dover recarsi dal MMG o al Pronto soccorso e programmare il nostro lavoro senza un’onda di bisogni difficilmente gestibile al rientro alla normalità”.
Per informazioni: Dott. Gianfranco Madau 3405493618