Siamo all’assurdo: prodotti sardi che rischiano di marcire a terra, mentre continuiamo ad importare ortofrutta dalle altre nazioni soprattutto dalla Spagna. Il risultato in tempi di crisi sanitaria ed economica come questo, sono cibo sprecato, lasciato marcire sui campi e imprenditori agricoli sul lastrico.
E’ incredibile e inaccettabile che in questo momento le produzioni sarde vengano messe in secondo piano o addirittura trattate allo stesso modo delle estere negli scaffali dei supermercati sardi.
Coldiretti Sardegna si rivolge alla politica, al Presidente e alla Giunta regionale innanzitutto ma anche a tutti i Consiglieri regionali e partiti politici: “ci giungono ancora voci di forti importazioni di quintali di prodotti agroalimentari dalla Spagna e da altre nazioni, mentre i nostri agricoltori si ritrovano paradossalmente con i prodotti e gli animali invenduti perché rifiutati proprio da queste nazioni, che hanno addirittura fatto terrorismo per meri e dichiarati motivi speculativi sull’agroalimentare made in Italy e quindi anche sardo – rimarca il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -.
In momento di emergenza, in cui tutto è straordinario chiediamo alla Giunta Regionale che si faccia promotrice (e gli strumenti sono tanti) di riempire gli scaffali dei supermercati con prodotti 100 % sardi, dando la possibilità ai cittadini di fare la spesa locale, una boccata di ossigeno agli agricoltori ed alla nostra economia ed evitando un ingiustificato spreco di cibo”.
Tutta la Gdo sarda dia un segnale di vicinanza ai sardi ed alle imprese, aiutando i produttori a non lasciare prodotti sui campi: “costruiamo insieme campagne per aumentare il consumo dei prodotti attualmente in campo – dice il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – in modo da compensare la chiusura dei mercati extraisolani che stanno penalizzando i nostri prodotti. Creiamo economia circolare”.
Coldiretti Sardegna non nega che in tutti i supermercati ci siano già prodotti sardi. “Ma sono sempre pochi e devono avere l’indiscussa priorità adesso, lasciando spazio all’importazione solo in mancanza di referenze locali – ribadisce Luca Saba -.
In questo momento milioni di capolini di carciofo rischiano di non essere raccolti e di andare perduti e marciti, con una perdita di milioni di euro per le aziende, un ingiustificato spreco di cibo e con i cittadini impossibilitati ad acquistarlo.
Le nostre iniziative della vendita a domicilio con le aziende agricole di Campagna Amica dimostrano che quando possono i sardi acquistano sardo. A Cagliari abbiamo difficoltà ad accogliere tutti gli ordini perché siamo stati piacevolmente subissati di richieste di prodotti sardi”.
“Rinnoviamo l’appello anche alla grande distribuzione – continua Luca Saba -. Alla nostra lettera ha risposto il gruppo Superemme e i supermercati Frongia che nei prossimi giorni rimpingueranno il proprio assortimento con le referenze degli agricoltori e allevatori sardi.
In questo momento non ci sono scuse di contratti o impegni, sono saltati tutti e i motivi sono più che validi e il mondo agricolo sardo sta già scontando questo prezzo.
Ma non si può subire anche la doppia beffa di vedere e vendere in Sardegna i prodotti di chi ci ha respinto”.
Nelle prossime ore Coldiretti Sardegna recapiterà al presidente Christian Solinas, a tutta la Giunta regionale, ai consiglieri regionali e alle forze politiche, una lettera appello per prendere una posizione netta in questa direzione.
“Chiediamo senso di responsabilità a tutti ed evitiamo strumentalizzazioni politiche in questo momento – dice Battista Cualbu -. Ci aspettiamo prese di posizioni nette e atti concreti.
Anche i sindaci utilizzino tutti i mezzi a propria disposizione per incentivare e sensibilizzare i propri cittadini a consumare sardo”.