L’inserimento di Nexhmije nell’attività rivoluzionaria avvenne quando era ancora una ragazza. Fece parte del Gruppo comunista di Shkodra e partecipò nel 1941 alla fondazione del Partito Comunista d’Albania, in seguito Partito del Lavoro, quando aveva 20 anni.
Fu una coraggiosa combattente antifascista durante la Seconda Guerra Mondiale, nella prima divisione dell’Esercito di Liberazione Nazionale.
Nella riunione costitutiva dell’Organizzazione della Gioventù Comunista di Albania fu l’unica donna delegata.
Fu anche l’unica donna delegata a partecipare alla Conferenza di Liberazione Nazionale dell’Albania, nota come Conferenza di Peza (1942), che gettò le fondamenta del Fronte di Liberazione Nazionale e del potere popolare.
Durante la guerra di liberazione che liberò il “Paese delle aquile” dal nazismo, nel 1942, fu condannata a 13 anni di prigione per la sua partecipazione a manifestazioni della gioventù contro il fascismo. Ma nel corso del processo riuscì a passare alla clandestinità.
Dopo la liberazione del paese fu nominata presidentessa della Lega Comunista delle Donne di Albania.
In qualità di componente del Comitato Centrale del Partito del Lavoro d’Albania si distinse come responsabile del lavoro di organizzazione della gioventù; fece parte della Segretaria del Comitato Centrale; fu eletta rappresentante nell’Assemblea Nazionale; fu presidentessa del Fronte Nazionale e direttrice dell’Istituto di Studi Marxisti-Leninisti presso il CC del PLA, fra le altre cariche di Partito e pubbliche.
Scrisse numerosi articoli e lavori teorici su fondamentali questioni della politica rivoluzionaria, di grande utilità per la formazione comunista.
Dopo la liquidazione del socialismo in Albania e durante l’ondata controrivoluzionaria che si produsse all’interno del paese e a livello internazionale, Nexhmije Hoxha difese il marxismo-leninismo e proseguì la lotta contro il revisionismo e l’opportunismo.
Nel 1993, la borghesia che aveva ripreso il potere condannò Nexhmije a nove anni di prigione per presunta appropriazione indebita di fondi dello Stato; un’accusa falsa e infondata, utilizzata dalla reazione per colpire l’immagine di una sostenitrice del marxismo-leninismo e del compagno della sua vita, il grande dirigente comunista Enver Hoxha.
I comunisti marxisti-leninisti d’Italia inchinano le loro bandiere alla memoria della figura e dell’opera della compagna Nexhmije Hoxha ed esprimono le loro condoglianze e la loro solidarietà con gli operai e il popolo di Albania che hanno perso una figlia esemplare, che ha dedicato tutta la sua vita alla causa del progresso e dell’emancipazione sociale.