Di notte o in pieno giorno, molti residenti sono usciti per spingere la canzone in attesa di giorni migliori. Diverse scene di questo tipo sono state catturate nelle ultime ore, in particolare a Napoli, Siena, Torino, Cagliari e Roma. Per questo venerdì è stato lanciato un nuovo appello per un grande concerto alle finestre.
Probabilmente, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, a ispirarli è stato quel video che girava sui social qualche settimana fa quando i cittadini di Wuhan, confinati nelle loro case per cercare di contenere il contagio, si erano affacciati spontaneamente alle finestre per farsi coraggio l’un l’altro, urlando “Forza Wuhan!”.
Da parte loro, gli italiani che in questi giorni si stanno organizzando in gruppi Facebook con nomi tipo Sei della zona rossa se… e simili, hanno deciso di copiare l’iniziativa, solo che per qualche motivo i loro sforzi sono sfociati in strani flash mob che si possono dividere principalmente in due categorie: quelli patriottici/campanilisti e quelli spontanei, un po’ da italiano medio. Alla prima categoria appartiene “Applaudiamo l’Italia”, il flash mob per il coronavirus più patriottico in assoluto, perché abbraccia tutto il paese.
Nel vero senso della parola, visto che una delle immagini caricate dagli organizzatori ritrae un’infermiera che culla lo stivale. L’iniziativa è molto semplice: sabato 14 marzo, a mezzogiorno in punto, si è invitati a uscire sul proprio balcone e applaudire tutti insieme l’Italia. O meglio: “applaudire tutto quello che ognuno di noi sta facendo per questa Nazione”, come recita l’immagine di copertina dell’evento.
Attualmente l’iniziativa ha raccolto l’approvazione di 119.000 persone, e il clima all’interno della pagina è piuttosto auto-esaltato. Una delle promotrici del flash mob ha commentato in un post: “siamo un popolo unico fatto di valori tradizionali, caparbietà, amore, e grandi lavoratori.
L’Italia, di gran lunga il paese europeo più colpito dalla pandemia di Covid-19, giovedì ha superato il milione di morti con un totale di 1.016 morti per oltre 15.000 casi registrati, ha annunciato la protezione civile. Il numero di decessi aggiuntivi (189) è approssimativamente uguale a quello annunciato il giorno prima (196).
La regione più colpita rimane la Lombardia (nord), con 744 morti e 8.725 casi rilevati, seguita da Emilia-Romagna (centro-nord), 146 morti e 1.947 casi. Solo cinque regioni italiane non hanno registrato decessi.