La truffa dei tamponi
Oltre al caso delle mascherine vendute a prezzi esorbitanti su cui è intervenuta la Guardia di Finanza, arrivano numerose segnalazioni di raggiri con schemi ben collaudati che cavalcano l’ondata di paura legata al Coronavirus:
- il primo prevede che alla porta del mal capitato si presentino dei finti tecnici che, spacciandosi come delegati delle strutture sanitarie, informano di essere lì per eseguire il tampone del Coronavirus. Una volta all’interno dell’abitazione vengono trafugati denaro e beni preziosi; poi, con uno stratagemma, la banda si allontana prima che la vittima possa capire cosa sta accadendo;
- altro schema ricorrente è quello delle “banconote infette”: alla porta di casa si presentano dei truffatori sostenendo di essere non ben specificati funzionari pubblici che devono controllare se il denaro in possesso della vittima sia contaminato dal Covid-19; per procedere alla disinfezione è necessario (ovviamente) visionarlo e, una volta consegnato loro il denaro, fuggono con la refurtiva.
Come difendersi?
La Croce Rossa, così come le Aziende sanitarie regionali, hanno diramato comunicazioni in cui si allerta la cittadinanza di non fidarsi di chi si presenta a domicilio per effettuare controlli: infatti, non esistono medici che effettuano questo tipo di visite a casa se non precedentemente allertati dai pazienti. Nel dubbio, comunque, il consiglio è quello di chiamare le autorità per una verifica.
Per maggiori informazioni sul virus invitiamo tutti a consultare il decalogo di Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità.
Monica Satolli, Segretaria Nazionale UNC