Nuovi contagiati, altri decessi, e poi i guariti, fortunatamente sempre di più, ma che qualche esperto sostiene possano non essere ancora al sicuro.
Neanche a dirlo, a pagare il prezzo più alto di questa invasione silenziosa, oltre ai più deboli, sono gli anziani, la memoria storica di un’Italia in ginocchio. Papà, nonni, doni preziosi per i propri cari. E come tutti noi hanno paura.
Si, perché il Covid 19 non si limita ad uccidere. Prima isola le sue vittime, che oltrepassando la porta della terapia intensiva devono mettere in conto la possibilità di non uscire più. Al loro capezzale, gli eroi in trincea avvolti nelle tute protettive, cercano di regalare un sorriso attraverso occhi stanchi e arrossati.
Fuori i familiari, a pochi passi da quella stanza, non vogliono tornare a casa e lasciarli soli. Non devono sentirsi abbandonati, perché: ”non sei solo papà…io sono qui dietro la porta sbarrata e non ti abbandono”.
Il virus ti fa morire da solo e non puoi nemmeno stringere la mano delle persone, a cui vuoi bene, per l’ultima volta, ti consente soltanto un saluto straziante attraverso lo schermo di un computer. Chi muore a causa del coronavirus non viene neanche “vestito”, ma avvolto in una sorta di barriera igienizzante e immediatamente chiuso in una bara zincata. Poi?
Funerali vietati in chiesa, nessuna pietas. Mancano gli abbracci, le visite di parenti o lo stringersi forte per alleviare il dolore della perdita. Non c’è niente di tutto questo. Il trasferimento in cimitero è ancora in solitudine perché i familiari sono spesso contagiati o in isolamento preventivo, la bara non si può toccare neppure per attenuare il dispiacere di non avergli o averle detto: “ti voglio bene”. Se dovessimo, anche per un solo istante, metterci nei panni di chi ha perso in questo modo i propri cari?
Questa pandemia passerà, e probabilmente cambierà in meglio la società. Ci renderà più umili, meno egoisti, ci farà comprendere che da soli non si va da nessuna parte e, forse, ci insegnerà che l’uomo deve rispettare di più la natura e l’uomo stesso.
Ma ancora siamo in piena emergenza, e in mancanza di un vaccino o di un farmaco efficace, l’unico modo per uscire da questo momento buio per tutti è stare uniti. Lottare insieme, essere collaborativi e stare a casa, perché non c’è più tempo per gli ammonimenti o le denunce rivolte a chi, ancora, non ha compreso.
Sabrina Cau