Sarebbero tra i membri del personale sanitario dell’ospedale San Francesco di Nuoro i nuovi dodici casi con riscontro positivo al COVID-19, tutti entrati in contatto con il medico di rianimazione messo in quarantena pochi giorni fa; tra questi, due sarebbero in condizioni critiche e sono stati trasferiti all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari e all’ospedale di Sassari.
Mario Nieddu, assessore alla Sanità rassicura:
Al momento non esistono in Sardegna focolai autoctoni di Coronavirus; siamo stati in grado di ricostruire in tutti i casi di positività la catena di contagio e siamo ad oggi sicuri della derivazione dalle zone del Nord Italia.
Le buone capacità di intervento della macchina sanitaria regionale erano infatti alla base della richiesta di applicare lo STOP del traffico aereo e marittimo in entrata nell’Isola per venti giorni, da far comparire nell’ultimo Dpcm governativo.
Ma la mia richiesta non è stata accettata, facendomi notare che si tratta di una misura eccessiva, dato che la Sardegna non è ancora zona arancione. E io ho fatto presente che non vorremmo diventarlo.
Eppure sono centinaia le persone in quarantena in Sardegna, continua l’Assessore:
Ad ogni contagio tutti i contatti riferibili vanno in quarantena, dove l’unità di crisi si attiva attraverso il servizio del dipartimento di prevenzione a chiamare una o due volte al giorno per sapere le proprie condizioni di salute. Ovviamente, i pazienti seguono una terapia solo se sintomatici e prescritta da chi li ha in cura.
Per questo motivo la nuova ordinanza del presidente della regione Christian Solinas impone diverse restrizioni straordinarie a chi giunge in Sardegna dalle zone rosse del Nord Italia. Si prevede infatti:
L’obbligo di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario, mantenendo lo stato di isolamento di 14 giorni; la misura è rivolta a chi proviene dalla regione Lombardia e dalle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro, Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbanio Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia: chi proviene da queste zone dovrà comunicare tale circostanza al proprio medico base o pediatra di libera scelta del servizio di sanità pubblica territorialmente competente, e dovrà osservare il divieto di spostamenti e viaggi; nei porti e aeroporti dell’Isola i passeggeri provenienti da tali zone sono tenuti a dichiarare al personale addetto ai controlli della Regione il domicilio nel quale osserveranno i 14 giorni di isolamento fiduciario e, in caso di sintomi, dovranno avvertire il medico di base o il pediatra di libera scelta.
Mauro Zuddas
Fonte: Ansa Sardegna.