Attualmente sono 14.797 le imprese operative a fronte delle 33.766 che marciano in condizioni normali e 47.352 sono gli addetti impegnati rispetto a un totale di 94.156.
La gran parte delle imprese ha sospeso l’attività malgrado tante continuino a operare se pure in condizioni di oggettiva difficoltà.
La Cisl lancia l’allarme e dice a chiare lettere che nel settore pubblico e privato devono essere garantite le modalità organizzative che rendono possibile la continuazione dell’attività senza compromettere la salute dei lavoratori e dei cittadini adottando, quindi, tutti i sistemi di protezione individuale (Dpi) e facendo ricorso, dove è possibile, alle modalità di smart working.
«Siamo di fronte a una grave emergenza sanitaria – rimarca Pier Luigi Ledda, segretario territoriale della Cisl – che richiede uno sforzo straordinario da parte dell’UE e del Governo nazionale con lo stanziamento di risorse straordinarie per difendere la salute dei cittadini e contrastare gli effetti negativi dell’epidemia su un’economia già sofferente».
«La Regione Sardegna deve fare la sua parte e in questo momento particolare la Cisl preme per l’adozione di provvedimenti necessari a contenere l’emergenza, tutelare la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, garantire il reddito a copertura delle sospensioni delle attività».
«Come Cgil Cisl Uil abbiamo più volte ribadito che sorveglieremo e agiremo denunciando con grande determinazione ogni sottovalutazione o abuso, ricorrendo, se serve, a tutte le forme di mobilitazione, sciopero incluso, affinché nei luoghi di lavoro siano garantite e rispettate le condizioni a tutela della sicurezza e della salute».
«È il momento dell’unità e della coesione sociale – conclude Ledda – come è avvenuto in altri momenti drammatici della storia del nostro Paese, ma occorrono anche interventi straordinari per contrastare gli effetti negativi dell’emergenza sulla nostra economia».