Con la dichiarazione della pandemia da parte dell’OMS, che non risparmia la Sardegna, è ancora più pressante la necessità di riorganizzare gli ospedali, di mobilitare nuovo personale sanitario e di supportare i medici che operano nei territori.
Di fronte alla nuova emergenza, che in Sardegna si aggiunge alle altre emergenze sanitarie, si attesta quanto siano stati ingiusti, gravi e inopportuni i tagli alla Sanità pubblica.
Lo smantellamento degli ospedali dei territori disagiati e il disordine che regna nei grandi ospedali di Cagliari, oggi ci coglie impreparati a fronteggiare la nuova epidemia. Gli hospice, già insufficienti per i nostri ammalati terminali, potrebbero essere destinati al ricovero di pazienti affetti da COVID-19. Gli ammalati terminali in questo caso verrebbero dimessi. Scongiuriamo questa possibile scelta.
Ma già tra il 23 gennaio e il 2 febbraio, quando il Coronavirus ha toccato il picco in Cina, l’OMS ha lanciato un appello a tutti i Paesi del mondo perché si organizzassero in previsione di una possibile pandemia.
Se è vero che questo ceppo di Coronavirus non conosce confini tra gli Stati, è anche vero che una volta tanto l’Insularità ha offerto un doppio vantaggio alla Sardegna in termini di tempo. Infatti, dall’epidemia in Cina all’epidemia nel nord Italia, il tempo giocava a nostro favore per organizzare un piano strategico sanitario al fine di scongiurare l’arrivo in Sardegna del Coronavirus.
Ma la classe politica sarda non è stata all’altezza del suo ruolo, tanto da non aver imposto in modo preventivo neppure i controlli serrati ai porti e agli aeroporti.
Eppure il tempo giocava a nostro favore!
È così che oggi, anche la Sardegna registra la triste casistica di COVID-19 e non solo. Dal 22 febbraio le persone censite nella nostra Isola, provenienti da regioni italiane a rischio, sono circa 12.000. Si tratta di persone sbarcate normalmente e che si sono autodenunciate ai sindaci. Il Coronavirus viaggia con le persone e per quell’esodo irresponsabile anche la Sardegna deve prepararsi ai peggiori scenari con l’espandersi del contagio.
Sulle macerie dei nostri ospedali e sul personale sanitario stremato graveranno anche i 12mila ospiti dell’ultima ora censiti.
Mancano i posti letto. Il personale sanitario è ridotto ai minimi termini. Mancano i guanti, le mascherine e i disinfettanti persino ai medici di base e ai pediatri che operano in prima fila nei territori.
Ormai i buoi sono scappati dal recinto e l’unica salvezza è chiudersi in casa per far sì che il genere umano non lasci i suoi spazi nel mondo ai virus.
Claudia Zuncheddu, Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica