Si snoda tra innovazione e la matrice identitaria tradizionale, “(In)canto rituale“, l’omaggio che Beppe Dettori e Raoul Moretti rendono alla grande artista di Siligo.
L’album: “(In)canto rituale”
Sette brani del repertorio tradizionale della Carta e un inedito: “Ombre“, tratto da una poesia meravigliosa che apre il libro “Canto Rituale” e che descrive una Maria, bimba di otto anni, che alle 5 del mattino andava al fiume a lavare i panni, distante 4 km dal paese.
Nel tragitto intonava i canti a “voce delirante” per proteggersi e per scacciare le paure date dai rumori del crepuscolo, le ombre, gli spettri, i fantasmi della fantasia di una bimba che, anziché rientrare in casa e cercare protezione, affrontava con coraggio da leonessa, col carattere che, poi, l’accompagnerà in tutto il corso della sua esistenza come artista, donna e madre.
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La bibliografia, gli aneddoti, le testimonianze di affetto e stima sono tutelati, custoditi e pubblicati dalla Fondazione Maria Carta con sede in Siligo, suo paese natale, che ha voluto fortemente la realizzazione di questo lavoro.
Il primo singolo estratto è stato “Ballu“, un ballo in lingua sarda ritmato e forsennato, capace di portare la mente lontano dal corpo e diventare quasi un atto meditativo, con cui le piccolezze terrene perdono significato e si fortifica la coscienza. Musicalmente un incedere quasi “progressive” che porta a un finale travolgente.
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