Sei mesi di incontri settimanali con i volontari della Fondazione “La Via della Felicità”, durante i quali i ragazzi, senza inutili colpevolizzazioni ma sempre invitati a prendersi responsabilità, sono passati attraverso agli anni in cui una vita dissoluta e senza freni li ha isolati dagli affetti più cari fino a perdere qualsiasi valore civico ed etico, portandoli ad attraversare più e più volte la soglia del carcere e buttando via gli anni migliori della loro vita.
[foto id=”290726″]In una testimonianza scritta nella quale riassume oltre 30 anni di vita fatta di spaccio, rapine, furti, eroina e cocaina, carcere e solitudine, A. scrive:
Ora, dopo più di trent’anni di tossicodipendenza e di anni vissuti in carcere, mi ritrovo in comunità ad affrontare la vita vera e ammirarla per quello che è.
Osservando come sarebbe potuta essere la vita se vissuta all’interno dei paletti descritti nella Via della Felicità, questi ragazzi stanno rivedendo la luce in fondo a quel tunnel buio in cui erano caduti. Ora sognano una nuova “vita normale”, con gli affetti da cui in precedenza hanno fatto di tutto per essere allontanati, un lavoro onesto e una vita sociale dove il marchio del criminale sia cancellato perché, come scrive l’autore L. Ron Hubbard nel libro “la Via della Felicità”:
Non esiste persona viva che non possa dar vita ad un nuovo inizio.
Il racconto di A. termina con un’accorata esortazione:
Ragazzi, se dovesse passarvi in testa di provarci, vi prego non fatelo! È certo che andrete incontro all’autodistruzione della vostra vita! Non provateci per nessuna ragione al mondo, la vita è troppo bella per poterla distruggere con le proprie mani o con quelle degli altri. Buona vita da A.
Un augurio che i volontari fanno di cuore a tutti i ragazzi delle comunità, che ce la stanno mettendo tutta per ripristinare l’onore e il rispetto di sé.