Un prodotto che in media viene cucinato da 4,5 italiani su 10 proprio nel giorno di Pasqua, quando solitamente si ritrovano a consumarlo in famiglia. Certo quest’anno le lunghe tavolate non si potranno tenere, ma la tradizione potrà essere comunque rispettata grazie alla bontà delle carni d’agnello presenti sul mercato e alla tecnologia, che in questo periodo ci viene in soccorso facendoci sentire meno soli.
A pensarla così è l’Assonapa (Associazione Nazionale della Pastorizia) insieme ai tre Consorzi di tutela dell’agnello Igp Italiani (di Sardegna, Abbacchio Romano e del Centro Italia) alla vigilia della Giornata Mondiale della Pastorizia che si terrà domani.
Nulla ci vieta infatti di acquistare questi prodotti, presenti sul mercato anche in piccole porzionature per assecondare il consumo di carne fresca anche da parte di persone sole o famiglie formate da due persone. Tutte le macellerie d’Italia inoltre offrono il servizio di consegna a domicilio, per cui come tutti i beni di consumo alimentare, è possibile avere direttamente a casa i tagli e le quantità desiderate.
Quello dell’agnello è un comparto importante per l’Italia, dal forte valore ambientale, sociale, economico, storico che coinvolge in tutto lo stivale ancora 60mila allevamenti nonostante nell’ultimo decennio il “gregge Italia” sia passato da 7,2 milioni di pecore a 6,2 milioni perdendo un milione di animali.
Pastorizia guardiana del nostro territorio, che si fregia del riconoscimento Unesco assegnato alla transumanza e di quello per il Pastoralismo, quest’ultimo in Sardegna grazie al canto a tenore (2008) espressione della tradizione pastorale.
“L’emergenza sanitaria ci impone quest’anno di stare da soli – dice il presidente di Assonapa e del Consorzio dell’agnello Igp di Sardegna Battista Cualbu – ma non per questo dobbiamo rinunciare né alla Santa Messa che possiamo seguire in tv o online ma neppure all’agnello e alla condivisione con gli amici e parenti attraverso un grande pranzo virtuale che ci unisce tutti grazie alle nuove tecnologie”.
La Pasqua rappresenta uno dei momenti più importanti per i pastori per la vendita degli agnelli insieme al Natale, ma il periodo di grave difficoltà per l’emergenza sanitaria in corso, potrebbe mettere a rischio, secondo le stime dei Consorzi di tutela, oltre 20 milioni di euro. In questo momento ci sono pronti 350 mila agnelli da latte e di questi 150mila sardi (100mila dei quali marchiati Igp di Sardegna), 25mila circa Abbacchio Romano Igp e 12mila Centro Italia Igp.
“Il valore aggiunto in questo momento è rappresentato dalla solidarietà reciproca – sostiene il presidente del Consorzio dell’Abbacchio Romano Igp, Natalino Talanas – insieme possiamo sconfiggere questo virus e insieme possiamo sostenere la nostra economia, a cominciare dal consumo di prodotti made in Italy, quindi anche dei nostri agnelli”.
“Assonapa e i tre consorzi sollecitano quindi una tempestiva campagna di promozione del consumo di prodotti made in Italy: sarebbe un aiuto concreto per l’economia pastorale – spiega il presidente del Consorzio di tutela dell’Agnello del Centro Italia, Virgilio Manini –. Occorre incentivare per Pasqua il consumo dell’agnello italiano, rispettando la nostra tradizione”.
E se le tavole non saranno affollate non per questo si deve rinunciare all’agnello che tra l’altro si può acquistare porzionato. “Grazie ai nuovi tagli non è necessario, soprattutto quest’anno – evidenzia Battista Cualbu – acquistare un agnello intero, ci sono diversi tagli e si può acquistare solo quello che serve. Inoltre grazie alle nuove tecnologie, e visto che dovremmo anche rinunciare soprattutto per pasquetta, alle gite in campagna e alle arrostite, si può, senza rinunciare alla qualità, scegliere anche l’agnello precotto, pronto con 20 minuti in forno”.