Nei giorni in cui l’ultima coda dell’estate lascia la Sardegna orientale, a Telévras una bambina di dieci anni sparisce nel nulla. Non parla, teme il latrato dei cani e le urla degli uomini, ed è nera, come i suoi genitori, venditori ambulanti di passaggio in terra sarda. Tutta la comunità si stringe solidale alla famiglia nelle ricerche: dal maresciallo Ettore Tigàssu al mitico centenario Aedo Pistis, fino agli sgangherati avventori della mescita del paese, devoti al vino Cannonau. Un microcosmo a cui il lettore avrà accesso a poco a poco insieme al personaggio dello “straniero”, al suo primo incontro (e scontro) culturale con la gente del posto: Ferruccio, milanese, che ha finito di scontare ventisei anni di prigione e deve riprendere confidenza con il mondo.
Nel nuovo romanzo di Gesuino Némus ambientato nella immaginaria – e ormai leggendaria – Telévras, nel cuore dell’Ogliastra, il mistero si dipana percorrendo vie mai battute, itinerari irrazionali, in un baccanale di cibo, vino, gioia di vivere e tradizioni sacrileghe.
Gesuino Némus
È nato a Jerzu, in Sardegna, nell’entroterra dell’Ogliastra. Il suo romanzo d’esordio, La teologia del cinghiale (Elliot, 2015) ha vinto il Premio Campiello Opera Prima, il Premio Selezione Bancarella 2016, il Premio John Fante 2016, il Premio letterario Osilo, il POP16 – Master in Editoria della Fondazione Mondadori ed è stato appena tradotto in Francia (Actes Sud, 2019). Con I bambini sardi non piangono mai (Elliot, 2016) ha vinto il Premio Franco Fedeli Miglior Poliziesco dell’anno. Nel 2017 Elliot ha pubblicato Ora pro loco e nel 2019 Il catechismo della pecora.
Un estratto dalla motivazione a firma di Arnaldo Colasanti:
“Némus, col passo del romanziere di una volta, narra e racconta per far vivere all’unisono i personaggi e i lettori. Nulla è pretestuoso: tutto è necessario, così come la vita o forse come la possibile morte della bambina. Quello che più colpisce del romanzo di Gesuino Némus è la sua capacità di immaginare la nuda verità dell’esistenza. Un paradosso che solo la vera letteratura sa esprimere.”