Chiusi a casa a causa delle giuste restrizioni determinate dal virus, con le finanze che scarseggiano e che, purtroppo, per molti sono già tragicamente finite, noi italiani riscopriamo tradizioni alimentari che i ritmi sociali, la linea, nuove mode gastronomiche ci avevano fatto trascurare.
Su tutte trionfano i rinnovati e accelerati consumi di pasta e farina. A documentare qualcosa che stiamo vivendo personalmente, non solo la miriade di fotografie postate sui social, ma anche la produzione nei pastifici del paese, che risulta praticamente raddoppiata ovunque, passando da una media di 400 tonnellate giornaliere a ben 800.
Gli stock però si assottigliano e gli ordini, in arrivo da tutto il mondo, sono triplicati così come riferito dalla Gran Bretagna dove già prima del lockdown si registrava un tutto esaurito di prodotti nostrani sugli scaffali dei supermercati. A quanto pare, risulta pressoché impossibile far fronte alle richieste di tutti i clienti; per cui alcuni pastifici hanno introdotto una sorta di regime di razionamento.
Ma proprio per tali ragioni, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita tutti ad evitare inutili accaparramenti che sono dannosi per la collettività perché i nostri pastifici continuano e continueranno a produrre sempre per consentirci di avere un piatto di pasta italiana, ogni giorno, sulle nostre tavole.
Giovanni D’AGATA