Maculan è tra le sette aziende protagoniste dell’iniziativa Passaporto Ambientale per i prodotti agroalimentari della Montagna Vicentina grazie al personale progetto che pone al centro i vitigni resistenti.
L’Azienda vitivinicola di Breganze ha stipulato l’Accordo volontario con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), che vede le realtà coinvolte impegnate nel calcolo e nella riduzione dell’impronta ambientale di uno o più prodotti sotto la guida del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova.
“Riteniamo che l’iniziativa Passaporto Ambientale sia un’occasione per costruire le basi di lavorazioni più sostenibili per il bene delle nostre colline e delle generazioni future – dichiara Maria Vittoria Maculan, enologo – I vitigni resistenti permettono infatti di ridurre i trattamenti dai dieci/undici che si praticano generalmente nel territorio a solo uno o due.”
Dal 2017 Maculan ha scelto di percorrere la strada dei vitigni resistenti alle malattie fungine, conosciuti anche con l’acronimo tedesco PIWI, mettendo a dimora 4000 viti di Merlot Khorus e Sauvignon Rytos, due varietà selezionate dall’Università di Udine, e in seguito 4300 viti di Cabernet Volos. Il progetto prevede la sostituzione, nel corso di un decennio, dei vigneti più vecchi con PIWI, varietà ottenute da incroci intraspecifici con il cambiamento del solo 5% dei cromosomi, ovvero di quelli responsabili degli effetti delle malattie sull’uva.
Ciò ha riscosso l’interesse dei ricercatori dell’Università di Padova che hanno quindi deciso di certificare il procedimento nell’ambito del progetto Passaporto Ambientale, finanziato dal Programma di sviluppo rurale della Regione Veneto a seguito delle sempre più severe linee guida dell’Impronta Ambientale dell’Unione Europea.
L’Azienda vitivinicola di Breganze ha stipulato l’Accordo volontario con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), che vede le realtà coinvolte impegnate nel calcolo e nella riduzione dell’impronta ambientale di uno o più prodotti sotto la guida del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova.
“Riteniamo che l’iniziativa Passaporto Ambientale sia un’occasione per costruire le basi di lavorazioni più sostenibili per il bene delle nostre colline e delle generazioni future – dichiara Maria Vittoria Maculan, enologo – I vitigni resistenti permettono infatti di ridurre i trattamenti dai dieci/undici che si praticano generalmente nel territorio a solo uno o due.”
Dal 2017 Maculan ha scelto di percorrere la strada dei vitigni resistenti alle malattie fungine, conosciuti anche con l’acronimo tedesco PIWI, mettendo a dimora 4000 viti di Merlot Khorus e Sauvignon Rytos, due varietà selezionate dall’Università di Udine, e in seguito 4300 viti di Cabernet Volos. Il progetto prevede la sostituzione, nel corso di un decennio, dei vigneti più vecchi con PIWI, varietà ottenute da incroci intraspecifici con il cambiamento del solo 5% dei cromosomi, ovvero di quelli responsabili degli effetti delle malattie sull’uva.
Ciò ha riscosso l’interesse dei ricercatori dell’Università di Padova che hanno quindi deciso di certificare il procedimento nell’ambito del progetto Passaporto Ambientale, finanziato dal Programma di sviluppo rurale della Regione Veneto a seguito delle sempre più severe linee guida dell’Impronta Ambientale dell’Unione Europea.