Il 6 marzo scorso, intorno alle 09:20, in località Monteghidda, zona Riu Loi, Pintore Giuseppe, classe 1940, è stato colpito mortalmente da due colpi di arma da fuoco, uno all’altezza del timpano sinistro e il secondo all’altezza della fronte. Nessun bossolo rinvenuto sulla scena. Alla identificazione del Mameli si è giunti attraverso una analisi minuziosa delle varie telecamere poste lungo il tragitto percorso dal Pintore prima di essere ucciso.
Le indagini hanno dimostrato la presenza, all’interno dello stesso bar, di Pintore e Mameli, che si conoscevano bene. I due, il giorno dell’omicidio, intorno alle 8:30, hanno fato colazione insieme e sono rimasti all’interno del bar per circa una mezz’ora. Quindi sono usciti contemporaneamente, Mameli per primo ed a seguire Pintore. Hanno percorso la medesima strada, una statale e poi una interpoderale con direzione Maracalagonis. Attraverso un esame analitico dei tempi di percorrenza, compiuto grazie alle telecamere, si è visto che Mameli, a partire dall’incrocio tra la strada statale e la strada interpoderale, anticipava di un minuto esatto il Pintore. Questi si era fermato a parlare, a bordo della sua auto, con altro suo conoscente, che aveva incrociato con la macchina. Infatti, Mameli con l’ auto ha impiegato cinque minuti per fare una buon tratto della strada interpoderale, mentre Pintore, per fare il medesimo tratto di strada, ne ha impiegati quattro. Nonostante tempi di percorrenza diversa, la telecamera ha consentito di riprendere il passaggio delle due auto a distanza ravvicinata. Da questo è stato quasi possibile ipotizzare che Mameli abbia volutamente rallentato per attendere Pintore. A distanza di circa un centinaio di metri dal luogo dove venivano notate le due auto si è consumato l’omicidio del Pintore.
Quando è stato sentito come testimone, Mameli ha reso dichiarazioni inattendibili circa i suoi movimenti il giorno dell’omicidio e contraddette da quanto emerso dai sistemi di videosorveglianza analizzati.
Inoltre Mameli risulta regolarmente detentore di un’arma calibro 32. In sede di esame autoptico sono state repertate due ogive frammentate e riconducibili ad un calibro commerciale 7,65. Durante la perquisizione, oltre a sequestrare l’arma cal.32, priva di munizioni, sono stati individuate nel balcone avvolti in un rotolo di carta quattro delle munizioni calibro 7,65 che l’arma calibro 32 può esplodere Alla pistola, che carica regolarmente 6 munizioni, risultavano mancanti, pertanto, due munizioni. La vittima è stata raggiunta proprio da due colpi di arma da fuoco.
Il personale del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Cagliari ha accertato la perfetta compatibilità – quanto a tipologia, dimensioni, peso e impronta di crimpatura – dell’ogiva estratta in sede di esame autoptico con l’ogiva estratta da una delle quattro munizioni sequestrate in sede di perquisizione.
Nella giornata di oggi, a seguito di udienza di convalida, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari ha emesso la misura di custodia cautelare in carcere nei confronti del Mameli, il quale è stato condotto presso il carcere di Uta.