Si tratta di un’ora di sonno in meno e la necessità di risparmiare globalmente energia.
Questa però, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, potrebbe essere l’ultima volta che spostiamo le lancette: il Parlamento Europeo si è detto favorevole a sospendere dal 2021 la convenzione che vuole che si spostino in avanti o indietro le lancette dell’orologio ogni anno a marzo e ottobre, per sfruttare al massimo le ore di luce a disposizione e ridurre i consumi energetici.
La Commissione aveva già chiesto la soppressione del cambio d’ora già dal 2019, con il mantenimento per tutti dell’ora legale, l’orario estivo, per intenderci, ma la richiesta è stata bocciata e l’abolizione del cambio rimandata al 2020, lasciando ad ogni Paese la facoltà di decidere a quale dei due “fusi orari” attenersi.