Porti e aeroporti sardi restano chiusi. Consentito il trasporto marittimo delle merci, con autisti provenienti spesso da zone a rischio. Il Presidente della Regione, in veste di Autorità sanitaria, infatti, ha autorizzato l’ingresso in Sardegna di lavoratori provenienti dalle aree maggiormente interessate dall’epidemia. Senza quarantena e gli opportuni controlli.
Anche oggi sono sbarcati convogli di merci provenienti da zone ad alto rischio, da fabbriche metallurgiche e dal mercato agro-alimentare.
Per contrastare e limitare la diffusione del virus non è sufficiente sospendere i trasporti ordinari dei passeggeri, se le stesse misure e controllo non vengono adottati per tutte le persone che operano nei trasporti.
Lo stesso problema si pone anche in altri settori produttivi.
A oggi, sarebbero 6668 i tecnici delle 416 società che accedono al Petrolchimico di Sarroch. In questo settore vi lavorano 3100 persone di cui 700 non sardi che sarebbero giunti in gran parte in Sardegna dopo il 24 febbraio. Si tratta di lavoratori che nel rispetto dell’ordinanza regionale n. 5 del 9 marzo avrebbero l’obbligo di osservare la permanenza a domicilio per 14 giorni. Ma la salute non è sempre prioritaria.
Dal 20 febbraio in poi sarebbero giunti in Sardegna 3000 addetti alla manutenzione di questi impianti. Con la nota esplicativa del Presidente Solinas, all’ordinanza n. 5 del 09 marzo 2020, sarebbero infatti ammessi “gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative”. Questo provvedimento non impone a questi lavoratori, “potenziali vettori di coronavirus”, l’obbligo della quarantena preventiva, anzi, li autorizza alla libera circolazione.
L’accrescere del numero dei contagi da covi19 in Sardegna, imprevedibile nella sua manifestazione, richiede da parte della Regione Autonoma provvedimenti istituzionali urgenti, chiari ed efficaci a cui chiunque arrivi è soggetti al rispetto.