Da sette anni la perseguitava. Da ieri pomeriggio è agli arresti domiciliari l’uomo di Sassari autore di violenze fisiche e psicologiche ai danni della ex compagna, anche davanti al loro figlio minorenne. Nell’ultimo periodo si era accanito ancor più e la donna si era rivolta alla Polizia. Gli agenti hanno immediatamente informato l’autorità giudiziaria, che ne ha disposto la custodia cautelare.
Violenza domestica e violenza assistita.
La violenza domestica e la violenza assistita sono comportamenti violenti, che in questo momento di convivenza forzata stanno tornando a far parlare di sé.
La prima, quella domestica, la più nota, è il comportamento abusante di uno o entrambi i compagni in una relazione intima di coppia, quali il matrimonio e la coabitazione.
La violenza assistita è invece l’esperienza che i bambini possono avere di qualsiasi forma di maltrattamento, compiuto ai danni di figure di riferimento o di altre figure affettivamente significative di adulti o minori, attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica.
I dati di riferimento.
In Italia sono 427 mila i minorenni che nell’arco temporale 2009-2014 hanno vissuto la violenza dentro casa. Diretta o indiretta. In quest’ultimo caso il bambino prende consapevolezza di quello che sta accadendo e osserva gli effetti stessi della violenza esercitata sul corpo della figura di riferimento, sulla sua psiche e sull’ambiente in cui vive. Con notevoli ripercussioni sullo sviluppo fisico, cognitivo, sul comportamento e sulle capacità di socializzazione.
Sommando il numero delle donne che hanno subito violenza almeno una volta nella vita si arriva in numero al totale delle popolazioni di Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo messe insieme. La maggior parte ha subito violenza fra i muri domestici. I periodi in cui solitamente si registrano gli aumenti delle violenze sono quelli delle festività e delle vacanze estive, in cui la convivenza si fa più stretta. Anche lo sviluppo pandemico del Covid-19 obbliga ad una convivenza forzata. Le restrizioni in corso implicano una più ampia condivisione degli spazi con il maltrattante.
Nella settimana 8-15 marzo c’è stata una diminuzione del 55% delle chiamate al numero gratuito antiviolenza e antistalking. La condizione di forte riduzione dei contatti esterni e la condivisione prolungata degli spazi abitativi con un partner violento, può, quindi, costituire un serio ostacolo all’emersione di situazioni di violenza domestica e assistita e un rallentamento generale dei percorsi di uscita dalla violenza. Le vittime di maltrattamento infatti riescono a denunciare soltanto quando sono sole e si sentono a proprio agio al punto da raccontare il proprio calvario.
A chi rivolgersi.
Ecco perché è doveroso ricordare a tutte le vittime che non sono sole. La rete antiviolenza è sempre attiva. Tutti, con un semplice messaggio di supporto, possono aiutare le vittime di violenza, invitandole a uscire dal loro isolamento, a chiedere aiuto.
I numeri utili di cui avvalersi sono:
- Numero nazionale antiviolenza donna 1522, attivo h24, che fornisce assistenza in italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo;
- Centro antiviolenza Donna Eleonora, [email protected], 078371286;
- Carabinieri 112;
- Polizia 113;
- Pronto intervento 118.
È disponibile anche la applicazione per lo smartphone:
– per android al link https://play.google.com/store/apps/details?id=it.telefonorosa.app1522&hl=it
– per ios al link https://apps.apple.com/it/app/1522-anti-violenza-e-stalking/id1278252704