Una per tutte è sicuramente quella messa in campo dalla Regione Veneto e dal Governatore Luca Zaia il quale ha capito che per calcolare quanti sono i contagiati, non bisogna testare solo i sintomatici, ma soprattutto gli asintomatici che sono bombe e trasporto di infezione a loro insaputa.
L’operazione fatta a Vò Euganeo effettuando uno screening totale, ha individuato tra i 66 contagiati moltissimi asintomatici e con il lockdown del Comune, Zaia ha agito con tempestività, intelligenza e ragionevolezza.
Ai sindaci italiani come Luigi De Magistris di Napoli che sostengono l’inutilità dello screening totale, facciamo notare che la procedura risulta molto più conveniente per tutti visto il prezzo di ogni singolo tampone (30 euro) rispetto ai 2-3 mila euro giornalieri necessari per una degenza ospedaliera.
A proposito del decreto emergenziale “Cura Italia” presentato dal premier Conte, il presidente nazionale del Popolo della Famiglia Mario Adinolfi ha affermato: “ i provvedimenti del governo italiano sono insufficienti, l’eroica Lombardia sta andando avanti da sola e fa bene, gli italiani hanno bisogno di un supporto forte che questo esecutivo non garantisce agli amministratori locali che sono i veri soldati in prima linea”.
Prosegue Adinolfi: “ la Cina è entrata il 9 gennaio nell’emergenza virus, il 19 marzo ha annunciato “contagi zero”: in settanta giorni ha sconfitto il coronavirus, il metodo lo conosciamo. Singapore, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone e più o meno tutto l’estremo oriente pur avendo sperimentato i primi violenti focolai, ora sono ben oltre il picco della crisi che riguarda invece le società occidentali”.
“C’è una lezione da apprendere? Io credo di sì: tamponi a raggiera, autodisciplina, strutture sanitarie al lavoro fino allo spasimo, forza degli apparati governativi, attenzione alla ripresa economica”.
Vogliamo ricordare che il Popolo della Famiglia ha proposto come prima misura efficace il lockdown degli anziani, cioè l’isolamento obbligatorio per gli ultrasessantacinquenni (età media della popolazione sarda) delle provincie colpite, i soggetti più a rischio che rappresentano oltre il 95 percento dei morti e la maggior parte degli infettati gravi, come unico sistema per evitare la deflagrazione del sistema sanitario nazionale e della nostra economia.
Vogliamo sperare che tutte queste misure vengano, finalmente, prese in considerazione soprattutto in regioni come la Sardegna dove si è ancora in tempo per mettere un argine all’epidemia.