I fatti
25 aprile 2020, tempi di coronavirus. C’è un nuovo nemico che incombe sull’Italia e i suoi partigiani. Questa volta si chiama Covid-10 l’invasore da combattere. Oggi, come tanti anni fa, in lotta per la tanto agognata libertà. In quattro a deporre la corona d’alloro al Parco delle Rimembranze in rappresentanza dei comitati organizzatori per il 25 aprile a Cagliari.
Pochissimi i presenti fra i quali Franco Boi, Carlo Boi, Carlo Dore e Antonello Murgia. Una versione light della manifestazione che ogni anno porta per le strade del capoluogo almeno un migliaio di partecipanti. Una cerimonia breve ma commovente, forse anche per via di quanto stiamo vivendo. I quattro, nonostante la mascherina alla bocca, hanno intonato prima l’inno d’Italia e poi Bella Ciao.
Il Bella Ciao che intona il mondo intero per la nostra bellezza, per la dignità e per le difficoltà che siamo sempre chiamati ad affrontare e oggi, maschera alla bocca, siamo qui, a celebrare la nostra libertà. La libertà dell’italiano che viene messa in discussione ancora una volta, e che ancora una volta faremo nostra.
L’applauso finale all’Italia
Applauso finale e ricorrenza celebrata. Una celebrazione seguita con discrezione dalla parte opposta della strada dalle forze dell’ordine. Monitorati nei giorni scorsi i social per alcuni inviti, in altre parti della città ma anche in centri della provincia, a manifestazioni non autorizzate o comunque non in linea con le restrizioni in corso per l’emergenza coronavirus. Manifestazioni per pochi intimi.
Presenti, oltre gli organizzatori, solo giornalisti. Due passanti, foulard rosso al collo lei e mascherina con il tricolore lui, si sono fermati davanti al monumento ai caduti e dal telefonino hanno fatto partire anche loro Bella Ciao. Poi i saluti e l’appuntamento alle 15, questa volta dai balconi e dalle finestre, per cantare tutti insieme la canzone del partigiano.
Bella ciao, ciao, ciao… Italia!