Tempo qualche settimana e gli agricoltori Sardi, già sull’orlo del baratro, subiranno il colpo di grazia. Non sappiamo ancora, però, se per colpa di Covid-19 o della politica regionale. Ad oggi non s’intravede alcuna prospettiva concreta.
Ad affermarlo è Tore Piana, Presidente del Centro Studi Agricoli (CSA), che continua:
Eppure i fondi per gli arretrati sono già stati stanziati, le domande già presentate e le graduatorie dei beneficiari già pubblicate. Ciò che ancora manca e provoca questa situazione di stallo, tuttavia, è il mancato accredito sui conti correnti degli aventi diretto. Le domande, dunque, sorgono spontanee.
1) Che fine hanno fatto le 98.000 pratiche arretrare e inevase, denunciate lo scorso mese di dicembre?
2) Che ne è stato della task force di tecnici, istruttori e collaudatori, preannunciata in pompa magna?
3) E che fine hanno fatto le misure di benessere animale e difesa del suolo, previste nel PSR 2014/2020, per le annualità 2017/2018/2019? Non basta più dichiarare “Ci stiamo impegnando”, come ha fatto l’Assessore nel tavolo verde di mercoledì scorso.
4) Perché ancora non sono state collaudate la misura 4.1 e tutte le altre misure a investimento sul PSR 2014/2020, già istruite regolarmente e per le quali gli agricoltori hanno anticipato i soldi? Perché i tecnici non eseguono i sopralluoghi per il collaudo finale in azienda? Non mi pare ci siano blocchi a causa del COVID-19 per questo tipo di attività.
5) Perché le domande della siccità 2017, 42 milioni circa, nonostante i solleciti non sono state ancora pagate?
6) Come mai nonostante tutte le forze politiche in Consiglio regionale si dichiarino favorevoli a riconoscere come strategico il settore agricolo, approvano una finanziaria che taglia di ben 12 milioni le risorse 2020 all’agricoltura, rispetto al consolidato 2019? Un fatta ritenuto dal CSA gravissimo.
Sono queste le cose che fanno arrabbiare il mondo agricolo della Sardegna, dove tutti discutono, si riuniscono, parlano e promettono, ma allo stesso tempo nulla si concretizza. Non è più tempo di promesse ma di azioni concrete: se la situazione non dovesse sbloccarsi in tempi brevissimi, una volta passata l’emergenza Coronavirus, ci ritroveremo ad affrontare quella agricola e le conseguenti proteste, perché non si può più tacere dinnanzi a tali ingiustizie nei confronti di un settore da tutti considerato strategico anche dopo COVID-19 – conclude Tore Piana.
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