Tale misura restrittiva segue al fermo di P.G. operato nell’ottobre scorso nei confronti di PERRA Roberto e di ORRU’ Antonio.
Tutti e tre indiziati della rapina a mano armata consumata in data 24 settembre 2019 ai danni di un azionista di una società concessionaria di miniere di preziosi e oro, nel corso della quale i malviventi si impossessavano di un sacchetto contenente 21 diamanti grezzi per un valore di mercato stimato in 800.000 €.
L’iniziale attività di indagine aveva consentito di ritenere il PERRA come il mandante della rapina, mentre l’ORRU’ quale uno dei componenti del gruppo armato che aveva perpetrato la rapina.
Il proseguo delle indagini ha permesso di raccogliere forti ed univoci elementi probatori nei confronti di Vittorio SALIS, pregiudicato di notevole peso e spessore criminale in quanto condannato per concorso in associazione di tipo mafioso (in particolare egli era stato condannato nell’ambito dell’operazione “Tuono”, pendente presso la Procura della Repubblica di Lanusei, in un’indagine relativa ad un sodalizio criminale che, alla fine degli anni ‘90, aveva imperversato in Ogliastra con numerosi attentati dinamitardi ai danni di imprenditori, politici locali e sindacalisti), associazione a delinquere relativa al traffico di sostanze stupefacenti, reati in materia di armi, reati contro la persona e il patrimonio.
Fondamentali per acclarare il ruolo del SALIS sono state varie attività di natura tecnica che hanno documentato frequenti contatti telefonici fra l’ORRU’ ed il SALIS nei mesi antecedenti la rapina, varie visite effettuate dall’ORRU’ a bordo della propria auto presso la dimora del SALIS, i colloqui intercettati in carcere fra l’ORRU’ ed i propri familiari dove sovente faceva riferimento al SALIS ed altrettanto importante è stato il rinvenimento all’interno della cella ove era recluso il PERRA di una lettera indirizzata al padre in cui metteva in evidenza il ruolo avuto dal SALIS nella rapina.