Mentre la Sanità Regionale arranca e mostra tutti i suoi enormi limiti nella gestione della crisi sanitaria, la giunta Solinas ne approfitta per dare il via libera a due progetti di costruzione (o “riqualificazione”) di grandi strutture alberghiere di lusso dall’impatto ambientale disastroso.
I territori interessati sono le spiagge di Arbus (località: dune di Piscinas) e Castiadas (località: Monte Turnu).
Il “programma di sviluppo locale di ingente valore economico” consiste – per la Regione Sardegna – nell’innalzamento di volumi di cemento in zone a tutela ambientale, come spiega appunto la delibera.
Le motivazioni che spingono la giunta sono tutt’altro che convincenti: se si considera che, con ogni probabilità, la situazione lavorativa turistica sarà altamente compromessa per tanti lavoratori, crediamo che, nell’inseguire la dichiarata necessità di ampliare il turismo di “fascia alta”, si apra semplicemente una corsia preferenziale ad una nuova cementificazione delle nostre coste, sancendo l’ennesima sottomissione dell’interesse generale al profitto di pochi.
Anche la previsione di un incremento occupazionale nei territori coinvolti, a cui fa riferimento la delibera, non è altro che una ridicola presa in giro: un investimento strutturale volto ad agevolare ed incrementare un turismo sostenibile e diffuso nel territorio porterebbe infatti un incremento occupazionale molto più ampio, senza favorire o giustificare l’ennesima colata di cemento.
Il turismo costiero può essere una risorsa a disposizione di pochi padroni, e dei politici al loro servizio, storicamente incapaci di preservare la bellezza e dunque il valore di certi gioielli, oppure può diventare davvero una risorsa a disposizione della collettività. Conosciamo da sempre il ricatto della contrattazione stagionale, che non tutela i lavoratori coinvolti né dà loro garanzie, e pretendiamo dunque che la Regione presti particolare attenzione ai lavoratori del settore, i quali pagheranno a duro prezzo questa crisi.
Come comunisti, intendiamo lottare per questo.