Non è una fiaba, ma la storia dell’incontro tra il nuovo Vermentino DOC delle Cantine Chessa di Usini e l’agenzia Redfish Adv di Sassari diretta da Giovanni Murgia, autore del design dell’etichetta premiata negli States.
Il packaging del vino “C’era una volta”, battezzato come l’incipit di ogni favola, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento al concorso internazionale MUSE Design Award promosso dall’International Awards Associate (IAA) di New York, che premia i migliori designer e creativi in varie discipline con l’esigenza di coltivare e promuovere “muse” progettuali in grado di spingere l’evoluzione del design a un livello superiore.
Ogni anno un panel di esperti internazionali composto da più di 130 professionisti altamente riconosciuti nel campo del design (direttori di agenzie, creativi, architetti ecc.) giudica oltre 15mila lavori provenienti da tutto il mondo, e sceglie i migliori attribuendo loro la statuetta MUSE: platino, oro e argento. Dall’architettura al design d’interni, dal graphic design alla moda, i concorrenti devono aver mostrato elevate capacità nell’osservare il paesaggio in cui viviamo e nel modellarlo per progettare un domani migliore.
Per la Redfish è un premio (https://design.museaward.com/winner-info.php?id=1544) che va ad ampliare ulteriormente una ricchissima collezione di riconoscimenti nazionali e internazionali. L’agenzia sarda con sede a Sassari si era aggiudicata già nella scorsa edizione il ROSE GOLD Award per le etichette dei vini Kannu Na’Um della Cantina Ogliastra.
Il lavoro del direttore creativo dell’agenzia e designer Giovanni Murgia ha incantato la giuria per la capacità di creare, attraverso l’illustrazione dell’etichetta realizzata dall’artista Sara Pilloni di Alghero, un mondo magico e onirico che trasporta chi la guarda all’interno di un viaggio suggestivo. Un packaging intrigante e accattivante che affascina e incuriosisce condensando, nello spazio di pochi centimetri quadrati, l’essenza di un prodotto e della sua storia.
«L’idea del concept del vino C’era Una Volta racconta – ha spiegato Murgia – nella semplicità dell’iperbole favolistica la storia della nascita di questo vino e quella di chi lo ha prodotto. Lo stile scelto è volutamente favolistico, un po’ per dare un tocco magico ad un vino che si discosta molto dallo stile classico degli altri prodotti dell’azienda, ma anche per sottolineare la sua natura altamente espressiva e onirica. Un vino nato da un sogno, che diventa desiderio e, quindi, prodotto”.
Molto soddisfatta anche Giovanna Chessa, titolare delle Cantine Chessa di Usini, che vede riconosciuto il suo coraggio nello sposare questo progetto creativo per il suo vino. Una scelta che premia l’azienda dentro e fuori dalla bottiglia e che dimostra come anche il design può essere un valido ambasciatore del vino sardo nel mondo.