Olbia non fa certo eccezione, con riferimento alle problematiche economiche e sociali che ci attendono a causa della Covid-19, ma anche per le difficoltà in cui versano, in Città, le più importanti attività nel settore dei trasporti (aerei e marittimi) e non solo.
Con la presente intendiamo sollecitare una ulteriore riflessione, prima di spendere ingenti risorse finanziare, neppure giustificate dall’analisi costo-benefici per progetti che a distanza di anni non sono riusciti a superare la VIA (valutazione impatto ambientale); quanto vogliamo segnalarLe, Sig. Presidente, sono certo “briciole” rispetto alle spese per la TAV, ma abbiamo idea che d’ora in poi, quello di non sprecare risorse debba costituire per il nostro futuro un imperativo ancor più assoluto. Noi, ci consenta, a differenza dei tre eurodeputati, passando ai discorsi che ci interessano più da vicino, non chiediamo di sospendere o annullare le opere di mitigazione del rischio idrogeologico previste per Olbia, molto semplicemente vogliamo ribadire che se è possibile spendere la metà di quanto previsto, peraltro con un grado di sicurezza maggiore, riteniamo che Lei Sig. Commissario, a distanza di tanto tempo da “Cleopatra”, non debba avere alcun dubbio circa quanto Le abbiamo scritto (inviata il 2 marzo 2020), anche tenendo conto che una bella fetta, proprio di quei finanziamenti, se n’è già andata per redigere piani e progetti di opere esageratamente costose, di dubbia efficacia, molto contestate dai più (vasche di laminazione quasi dentro l’abitato e lunghissimo tratto di canale scolmatore esterno tombato).
Facciamo la intesi: “Cleopatra” risale ad oltre 6 anni, le opere previste dal cosi detto Piano Mancini (costo 150 Milioni di Euro) non hanno ancora superato la Valutazione di Impatto Ambientale in corso presso lo SVA Sardegna, nonostante gli sforzi per salvarlo! Viste le perplessità e correzioni per renderlo conforme alle leggi, è sintomatico che quella non sia l’unica, né la migliore delle soluzione possibili! L’Amministrazione comunale lo ha ribadito in più occasioni e continua a sostenere che utilizzerà tutti i consentiti strumenti per impedirne la sua attuazione.
E’ con questi intendimenti che la stessa Amministrazione ha a suo tempo dato incarico alla Technital di predisporre una soluzione alternativa. I progettisti del Mose di Venezia e del Ponte sullo Stretto di Messina non han perso tempo ed il progetto di fattibilità è pronto. Peccato che il Comune abbia approvato, fra le tre soluzioni, la più costosa (208 Milioni di Euro), peraltro insicura, per via sia della vasca di laminazione di 15 ettari prevista a confine con l’abitato, sia dei tombamenti ipotizzati. Ciò, pur a conoscenza di altre soluzioni che non prevedono vasche di laminazione e che potrebbero limitare, dai 12 ad appena qualche chilometro, il percorso in galleria.
Di qui la reiterazione del nostro allarme e della nostra proposta. Con essa avremmo il vantaggio di poter far entrare in Città soltanto 120 metri cubi al secondo di acqua di piena, contro i 180 della Technital ed i 450 di Mancini.
Non basta, perché per la soluzione che privilegiamo, basterebbero poco più di 100 Milioni di Euro, anziché i 208 della Technital ed i 150 di Mancini.
La preghiera, specie dopo Coronavirus, è di non buttar via i 100 o 50 Milioni previsti in più per le soluzioni Technital e Mancini. Visto che sarebbe certamente possibile , come altre volte suggerito, potremmo utilizzare quelle economie per evitare l’interrimento della canaletta di accesso al Porto di Olbia, regimentando in modo diverso e mettendo in sicurezza, il Rio Padrongianus, che ha esondato anche in questi giorni. Ma potremmo anche mettere in sicurezza i canali cittadini quelli che con Cleopatra si son portati via alcune persone, riqualificandoli per farli diventare importanti oasi ambientali, a vantaggio dei quartieri confinanti, della Città tutta e dei turisti che continueranno a frequentare Olbia.
Nel concludere ci auguriamo che, a breve, ci faccia conoscere il suo pensiero al riguardo, meglio se avremo la possibilità di incontrarLa, anche perché con la semplicità e linearità di una scelta diversa (scolmatore quasi tutto a cielo aperto) da quelle di Mancini e Technital (salvo che quest’ultima non venga riveduta), riusciremo, ne siamo certi, anche ad accelerare la fine del nostro incubo.
Dopo le alluvioni del 2013 e 2015, riteniamo che Olbia meriti ben altro delle vasche di laminazione previste sia da Mancini che da Technital, senza trascurare che i finanziamenti disponibili continuerebbero ad essere, se utilizzati per soluzioni più sicure e più economiche, più che sufficienti.
Per il Comitato Salva Olbia, Flavio G LAI