La pentastellata Cuccu chiede, inoltre, se presso il Mater Olbia sia di prossima attivazione il nuovo reparto di malattie infettive di 16 posti letto, con stanze di degenza a pressione negativa, come previsto nella deliberazione della Giunta regionale n.16/2 del 26 marzo 2020, col personale necessario.
Le risorse finanziarie stanziate per coprire i costi delle strutture sanitarie private potevano destinarsi ai presidi ospedalieri pubblici esistenti e improvvidamente depauperati. Il Policlinico Sassarese SPA e il Policlinico Città di Quartu sono stati individuati in deroga ai requisiti autorizzativi e di accreditamento; mentre il Mater Olbia rimodulandone i posti letto – continua la Cuccu. – Dagli organi di informazione si apprende che sarebbero strutture non ancora pronte ad affrontare l’emergenza sanitaria per carenze tecniche, strutturali e professionali da potenziare con personale pubblico, anche convenzionato, come accaduto per il Mater Olbia Hospital mediante il reclutamento di personale sanitario militare.
Nei primi giorni di marzo l’on. Cuccu segnalava la necessità di ripristinare l’ex struttura sanitaria di terapia intensiva del P.O. Santa Barbara di Iglesias; attivare la funzione di semi-intensiva generale e istituire la rianimazione nel presidio di Alghero-Ozieri; potenziare la rianinazione di Sassari e ripristinare l’ex reparto di rianimazione dell’ospedale Binaghi di Cagliari (eccellenza a vocazione pneumologica).
Tutte strutture pubbliche idonee – prosegue Carla Cuccu. – Nell’ottica di razionalizzare la spesa pubblica sanitaria, in piena emergenza, anche nei presidi di Ittiri e Thiesi, che ospitano reparti di lungodegenza, si sarebbero potute recuperare le corsie chiuse.
Ed ecco l’affondo:
Nell’imprevista pandemia non vorremmo che si verificasse un golpe sanitario, realizzando ciò che in regime ordinario non sarebbe stato possibile – conclude Carla Cuccu, segretaria nell’ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale.