Ha fatto registrare il 90 per cento di adesioni l’iniziativa lanciata ieri da Federalberghi Sud Sardegna: un drappo nero, sabato 11 aprile, per richiamare l’attenzione di tutti sulla gravissima crisi che ha investito le strutture ricettive e in generale il sistema turistico regionale.
Oggi, sabato 11 aprile, in tutto il Sud Sardegna, tantissimi albergatori, il 90 per cento, hanno esposto un drappo nero nei loro hotel.
“È un segnale della grande difficoltà che stiamo vivendo”, ha spiegato Fausto Mura, presidente di Federalberghi Sud Sardegna, “tutti stanno attraversando una crisi senza precedenti, ma la nostra ripartenza a regime è prevista per il 2022, siamo tra le poche attività non protette”.
I dati e l’analisi. “Dietro gli alberghi sardi ci sono 50mila famiglie che vivono grazie ai soli alberghi, senza considerare l’indotto, il mercato che si aspetta sarà molto diverso e oneroso con investimenti ingenti per poter lavorare, pensiamo anche solo con la bonifica delle camere”, ha detto Mura, “in questo momento lo Stato non ci ha scontato un solo euro, paghiamo imu, tari e tasi a metro quadro come se gli alberghi fossero sempre pieni, invece noi siamo vuoti e chiusi”.
Secondo il numero uno di Federalberghi Sud Sardegna: “È necessario fare in fretta, altrimenti verrà cancellato il sistema turistico della Sardegna, il decreto Conte ci ha invitato a indebitarci di più, ma noi siamo già indebitati, non vediamo un euro da ottobre perché siamo chiusi da sei mesi, non abbiamo più gli acconti delle prenotazioni e quindi non c’è la liquidità per ripartire, registriamo un reddito pari a zero”.
Le richieste dell’associazione di categoria sono rivolte alla politica. “Ci rivolgiamo a tutti consiglieri regionali, il comparto nel bilancio regionale ha sempre contato lo 0,45 per cento, non abbiamo mai chiesto nulla, ma in questo momento ci sentiamo di doverlo fare perché il 20 per cento del pil della Sardegna è rappresentato da noi, è il momento di decidere se ci sarà di nuovo turismo in Sardegna oppure no”.