Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, né peggior cieco di chi non vuol vedere e così dopo un paio di mesi ecco lo “schiaffo” politico alla maggioranza.
Secco il commento della parlamentare del Movimento 5 Stelle, Paola Deiana, sulla decisione del Consiglio dei Ministri che, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha deciso di impugnare la legge della Regione Sardegna n. 1 del 21 febbraio 2020, recante “Disposizioni sulla gestione della Posidonia spiaggiata“.
Il motivo?
Alcune norme riguardanti la gestione della Posidonia spiaggiata eccedono dalla competenza statutaria della Regione e violano la competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera s, della Costituzione.
Era stata proprio la Capogruppo alla Camera della Commissione Ambiente a mettere in allarme i Consiglieri regionali, che avevano presentato il testo poi approvato a febbraio dal Consiglio regionale:
I loro atti – aveva detto – sono di una scorrettezza istituzionale inaudita per invasione illegittima del perimetro legislativo attribuito allo Stato.
Ma non solo, perché oltre ad aver avuto la smania di risolvere un problema come quello della gestione della Posidonia spiaggiata, i consiglieri, che evidentemente conoscevano molto bene l’emendamento della deputata “Norme in materia di gestione delle biomasse vegetali spiaggiate”, inserito nella legge “Salva Mare”, ora in Senato dopo l’approvazione alla Camera, avevano riportato nel loro testo gli stessi concetti della parlamentare algherese.
Basta perdere tempo in questo modo – sottolinea Paola Deiana – e basta prendere in giro i cittadini: lo abbiamo visto prima di tutto con i convegni pretestuosi del presidente del Consiglio Pais, stranamente fatti in tempi, a mio avviso, quantomeno strategici e sospetti. Bisogna lavorare sulle strade giuste da intraprendere e soprattutto mettere tutto l’impegno senza pensare sempre e solo ai vantaggi elettorali. I risultati di interesse generale, come ho sempre affermato, si raggiungono esclusivamente attraverso il concorso di tutte le parti politiche, senza apriorismi.