La prima celebrazione, tuttavia, precede la risoluzione dell’ONU e risale al 22 aprile 1970, quando 20 milioni di cittadini americani si mobilitarono per una manifestazione a difesa della Terra, protestando contro il degrado ambientale dovuto all’inquinamento, alla progressiva desertificazione e all’estinzione della fauna selvatica.
Da 50 anni a questa parte, essa rappresenta un puntuale appuntamento di riflessione sullo stato di salute del nostro pianeta e, per il 2020, il tema individuato è l’azione per il clima.
Nonostante la minaccia del virus che sta condizionando la nostra salute e la nostra libertà, l’azione sui cambiamenti climatici rimane la più urgente sfida per la sopravvivenza dell’intera umanità. La sua improrogabilità emerge dai dati sul surriscaldamento globale divulgati dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) delle Nazioni Unite, secondo cui le temperature raggiunte dall’aria superficiale nel 2019 sono le più elevate mai registrate.
Secondo lo studio del World Glacier Monitoring Service, inoltre, il 2019 è stato il 32° anno consecutivo in cui si è sciolto più ghiaccio di quanto se ne sia riformato e i livelli del mare hanno raggiunto il loro massimo innalzamento da quando sono iniziate le registrazioni.
Le suddette rilevazioni suscitano il concreto timore sull’impossibilità di rispettare gli obiettivi delle Nazioni Unite fissati proprio nella Giornata Internazionale della Terra del 2016 in cui, nella sede di New York, venne aperto alla firma l’accordo per combattere il riscaldamento globale raggiunto a Parigi nel dicembre del 2015.
Anche nella situazione in cui ci troviamo, in cui un virus minaccia la sopravvivenza di una consistente parte della popolazione e le nostre libertà, non bisogna distogliere l’attenzione dall’urgenza di frenare i cambiamenti climatici e azzerare le emissioni di gas serra il più presto possibile.
La vulnerabilità climatica costituisce la più grande sfida per il futuro e il benessere dell’umanità poiché rappresenta una minaccia all’abitabilità del pianeta, sia da un punto di vista biologico che sociale. Essa rischia di compromettere il nostro ecosistema vitale e le libertà umane, favorendo le discriminazioni tra i popoli e le disuguaglianze di genere.
Senza un radicale cambio di rotta, i cambiamenti climatici determineranno la perdita dei mezzi di sussistenza per le popolazioni più povere del mondo e le donne saranno le prime a farne le spese perché più povere, più esposte a malattie e dedite all’agricoltura.
Occorrono quindi delle azioni di tutela sia naturalistiche sia sociali, riconducibili a quella che l’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco chiama “ecologia integrale” in cui la preoccupazione per la natura, l’equità verso i poveri e l’impegno nella società risultino inseparabili.
Il CNDDU propone a tutti i colleghi di promuovere percorsi educativi allo sviluppo sostenibile che possano stimolare gli alunni a esprimere la loro percezione della sfida climatica anche alla luce degli effetti positivi del lockdown sull’ecosistema, fino a delineare la loro “ricetta per il clima” ed esprimerla attraverso la produzione di file multimediali, brani di riflessione, poesie o immagini da condividere sulle piattaforme in uso per la didattica a distanza e con tutte le scuole d’Italia, attraverso il nostro sito.
Propone altresì di dare seguito al progetto delle “foreste scolastiche a distanza” realizzate con la piantagione dei noccioli disponibili in casa al fine di monitorare la crescita delle foreste multimediali e riflettere sulla semplicità delle azioni necessarie per salvare il clima.
Tra le attività in programma per la giornata del 22 aprile, segnaliamo la pregevole iniziativa denominata OnePeopleOnePlanet: una maratona mediatica che sarà parte dell’evento globale Earthrise e che coinvolgerà i 193 Paesi membri delle Nazioni Unite con attività formative, ludico-educative e ricreative disponibili per l’Italia sul sito www.onepeapleoneplanet.it, mentre il 24 aprile si svolgerà il 5° sciopero globale per il clima organizzato dal movimento Fridays for Future in modalità digitale.
L’invito che ci sentiamo di rivolgere a tutti i docenti è di trasferire ai nostri alunni il messaggio che le loro azioni per il clima, anche se realizzate da casa e apparentemente insignificanti, possono invece salvare concretamente il nostro ecosistema; che nessuno di loro è impotente nel momento in cui contribuisce allo spegnimento dell’incendio con una piccola goccia: ce lo insegna la parabola africana del colibrì.
In occasione della giornata, auguriamo a tutti gli alunni di essere come il colibrì: inarrestabili difensori della natura che, con il loro impegno, possano ispirare altri giovani fino a che tutti i giovani della Terra possano ispirare anche gli adulti.
Quindi l’hashtag che lanciamo per la giornata è il seme che desideriamo germogli nei nostri alunni:
La mia goccia spegnerà l’incendio.
#lamiagocciaspegneràlincendio
Prof.ssa Veronica Radici, CNDDU