Tra gli anni ’50 e i primi anni ’80 tanti furono gli autori, soprattutto di documentari, che raccontarono le profonde trasformazioni economiche, sociali e culturali che stavano interessando la nostra isola: da terra aspra e selvaggia, bruciata dal sole e dalla miseria, la Sardegna si apriva alla modernità, al nuovo che veniva da fuori e, nel bene e nel male, mutava volto per sempre.
Erano gli anni delle grandi opere di bonifica e di disinfestazione, dei primi processi di industrializzazione, delle spinte al commercio a al turismo, delle nuove forme di occupazione e delle lotte per il lavoro, delle lente ma inesorabili trasformazioni dei modi di vivere in paese e in città, dei modi di guardarsi e di guardare il mondo.
Molti filmati furono commissionati, dalla Regione e da altre istituzioni, pubbliche e private, per promuovere i valori della modernizzazione, ma non è raro incontrare momenti in cui lo sguardo degli autori si fa più libero, anche cinematograficamente alto, raro, prezioso. Ci sono momenti in cui la cinepresa si stacca dal cambiamento che avanza e torna ai luoghi ancora incontaminati, sospesi in uno spazio senza tempo, in quel misto di bello e selvatico che da lì a poco attrarrà i turisti di tutto il mondo.
E infine ci sono momenti in cui la celebrazione cede il passo alla nostalgia, che si trasforma quasi nell’urgenza, nella necessità di riprendere minuziosamente tecniche antiche e antichi saperi, di intrappolare nelle immagini un mondo all’alba del suo scomparire.
Ognuno dei sei appuntamenti della rassegna, tutti i giovedì, approfondisce un diverso aspetto di questo cambiamento epocale con una selezione di documentari girati dagli autori più rappresentativi del periodo: Fiorenzo Serra, Antonio Cara, Enrico Costa, Arturo Usai, Libero Bizzarri, Remo Branca, Piero Livi, Pablo Volta, Salvatore Sardu, Michele Gandin, Massimo Mida, Lars Madsen, Piero Pirari, Gustavo D’Anna, Luciano Brizio e Romano Italo Argiolas.
Il primo tema sarà dedicato alla cultura del mare, seguito dalle tradizioni etnoantropologiche, le diverse forme del lavoro, la cultura della Barbagia, i cambiamenti sociali e il mondo dell’artigianato. La rassegna si svolgerà in streaming e quindi sarà possibile vedere i film solo all’ora stabilita, il giovedì alle 20.00, come le rassegne che si svolgevano nelle sale della Cineteca e dei CSC. Il pubblico potrà collegarsi alle pagine https://www.youtube.com/user/lacinetecasarda e alle pagine facebook dei Centri Servizi Culturali di Cagliari, Carbonia e Alghero.
Con i filmati in programma domani, giovedì 30 aprile 2020, vedremo le trasformazioni delle zone costiere della Sardegna, dalla costruzione di nuovi porti all’introduzione di nuove tecniche di pesca, dalla pesca del corallo alle lotte contro i padroni delle peschiere, dalla nascita del turismo a quella di una nuova tradizione della cucina di mare.
Una storia di diffidenza e paura, quella tra gli abitanti dell’isola e il suo mare, una storia di conquistatori venuti a distruggere e depredare, di fatica senza nulla in cambio, una storia di confini e solitudini, di potenziale sprecato e antichi rancori. Il Mare e la Costa è il racconto di come, a fatica e non senza cadute, iniziò l’amore.
Il film del 1° appuntamento, sul tema IL MARE E LA COSTA, sono:
PESCATORI DI CORALLO di Fiorenzo Serra, 1955
VACANZE IN SARDEGNA di Enrico Costa, 1955
CARLOFORTE di Antonio Cara, 1958
BOGAMARĺ di Arturo Usai, 1963
GENTE DI CABRAS di Libero Bizzarri, 1963