Attendiamo fiduciosi ora una chiara e netta deroga alle farraginose procedure amministrative in vigore ed un immediato “sollievo” alle innumerevoli ed inconcepibili costrizioni urbanistiche che frenano la riqualificazione e lo sviluppo delle strutture turistiche, specie riguardo alla preminente esigenza di implementazione necessaria degli impianti produttivi per affrontare in serenità l’emergenza Covid-19 e poter improcrastinabilmente attrezzare nuovi ed adeguati servizi, realizzare percorsi e protocolli, sia nelle strutture alberghiere ed extralberghiere, come negli stabilimenti Balneari (atteso che i servizi, ad esempio, anche per i fruitori delle spiagge libere non sono diffusamente presenti sui litorali del nostro intero territorio nazionale). Occorre far presto, per non doverci trovare a confrontare con un’emergenza nell’emergenza”.
Lo ha dichiarato ora Vincenzo Marrazzo, Presidente del Partenariato Nazionale Asmel Turismo e Presidente del Coordinamento dei Distretti Turistici della Regione Campania. Asmel è l’Associazione Nazionale per la Modernizzazione degli Enti Locali e vi fanno parte ben 3000 comuni italiani. Marrazzo, in qualità di Presidente dei Distretti Turistici della Campania ha poi scritto al Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
“Al fine di fornire un contributo alla discussione e al confronto in corso per il comparto della balneazione – ha proseguito Marrazzo – abbiamo indicato alcune proposte che si ritiene necessarie e da attuare senza indugio, per consentire, in prospettiva, la vacanza cosiddetta di “vicinanza o di prossimità”:
1) installazioni e allestimenti necessari per consentire l’apertura degli stabilimenti balneari, con l’obbligo di recintare e segnalare l’area di cantiere in concessione senza interferire con spazi pubblici; 2) pulizia e livellamento degli arenili, anche con mezzi meccanici, nell’ambito delle aree detenute in concessione; 3) opere minori di cui al D.P.R. n. 380 del 6/6/2001 – Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia come di seguito indicate:
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- a) attività edilizia libera – art. 6 dpr 380/2001; b) opere edilizie per le quali è sufficiente la CILA – art. 6bis dpr 380/2001; 4) prestazioni per interventi di manutenzione su imbarcazioni da diporto a terra e all’ormeggio. Inoltre abbiamo indicato anche alcune proposte specifiche per consentire lo svolgimento delle attività di stabilimento e di balneazione: 1) Obbligo di indossare le mascherine e distanziamento sociale, accompagnato dalla distanza tra ombrelloni di 4 mt; Consentire la installazione di gazebo in legno, già in uso in diverse strutture, la cui distanza tra di loro sia sempre di 4 mt; 2) Sanificazione giornaliera delle attrezzature e degli spazi in concessione; 3) Certificazione medica da parte del personale dipendente; 4) Autocertificazione medica e misurazione della temperatura da parte degli ospiti; 5) Stipula da parte del concessionario di una polizza assicurativa (da definire i contenuti e i costi); 6) Esonero del canone demaniale da parte dello Stato per l’anno 2020; 7) Esonero dell’addizionale regionale da parte della Regione Campania per l’anno 2020; 8) Rimodulazione dei tributi locali da concordare e definire con i Comuni interni e costieri aderenti ai distretti turistici che per L. 106/2011 possono concordare fiscalità agevolata. In tal senso, rispetto al mancato introito dei Comuni, si propone un intervento della Regione per equivalente a favore dei comuni per la copertura dei costi circa i necessari servizi da espletare; 9) Revisione dell’aliquota IVA dall’attuale 22% al 10%; 10) Esonero della contribuzione previdenziale per i dipendenti assunti.
C’è poi un aspetto non secondario che è quello riguardante le spiagge libere.
Le norme stringenti e restrittive dell’ospitalità all’interno degli stabilimenti balneari, farà crescere, esponenzialmente, la platea dei possibili fruitori delle spiagge libere. Se tutti gli stabilimenti dovranno rispettare una consistente riduzione di ospiti, l’unico rifugio marino, per loro, rimane la spiaggia libera. Come è noto, la vigilanza, il salvamento e la gestione in genere delle porzioni di costa libera sono a carico dei Comuni costieri, i quali, ora ancor più di ieri, sono privi di risorse economiche e organizzative per garantire tali tutele. Dunque, è il caso di rappresentare una forte criticità per la gestione quotidiana dell’uso dell’arenile: Chi regola la distanza tra ombrelloni? Chi controlla l’uso delle mascherine? Chi vigila sui possibili assembramenti? Chi controlla la gestione dei rifiuti prodotti dagli avventori? Chi pulisce e, eventualmente ce ne fosse bisogno, sanifica quei luoghi?
E così via sulle consuete attività ludiche sulla spiaggia.
Al riguardo, ci permettiamo di suggerire, apposite convenzioni (anche attraverso procedure di evidenza) per l’affidamento di tali incombenze e dotare questo personale o altro di tecnologia avanzata quali Sistemi Aeromobili d Pilotaggio Remoto, meglio conosciuti come Droni, coadiuvata da un sistema di telecamere che con le riprese video anche con vista da mare, consentirebbero la conoscenza immediata dello stato dei luoghi indagati con un pronto intervento del personale addetto sopra richiamato. Il tutto assistito da una centrale operativa di videosorveglianza da remoto, organizzata e seguita da strutture autorizzate dalle Prefetture e dotate di guardie particolari giurati in grado di intervenire.
La tecnologia oggi offre anche attraverso la termografia la possibilità di misurare temperatura e capacità polmonare.
I distretti turistici, in quanto cerniera tra gli Enti locali e l’imprenditoria locale, si rendono disponibili ad un confronto anche per un’ eventuale gestione diretta e condivisa delle spiagge libere”.